Belo Monte è una grande diga che il governo brasiliano progetta di costruire sul fiume Xingu, in Amazzonia. La dimensione del progetto è tale da minacciare di danneggiare, o distruggere, vaste aree di terra essenziali per la sopravvivenza di numerosi popoli indigeni, tra cui diversi gruppi di Indiani incontattati particolarmente vulnerabili.
Se la costruzione della diga dovesse proseguire, migliaia di persone perderanno le loro case, i loro mezzi di sussistenza e le loro vite. I popoli indigeni hanno bisogno della loro terra per sopravvivere. Nessuna misura di risarcimento o di mitigazione potrà mai compensare la perdita della loro terra ancestrale con cui, nei secoli, hanno sviluppato un profondo rapporto spirituale.
Per sollecitare l’azione dell’Unione europea in merito ho presentato insieme ai miei colleghi Piernicola Pedicini, Eleonora Evi e Dario Tamburrano un’interrogazione alla Commissione europea.
Ecco il testo dell’interrogazione:
Belo Monte è una diga che il governo brasiliano intende costruire in Amazzonia. Sarà la terza più grande al mondo: inonderà vaste porzioni di terra, prosciugherà parti del fiume Xingu e devasterà la foresta pluviale, mettendo fortemente a repentaglio la sopravvivenza degli Indiani dell’area.
Come ricordato in un’interrogazione del 2012, la questione ha determinato mobilitazioni a tutti i livelli.
Nel progetto sono coinvolte compagnie europee (Alstom, Voith Siemens, Andritz, e altre) e l’UE stanzia ingenti fondi a favore di progetti energetici in Brasile, compresi 500000000euro prestati alla Banca brasiliana di sviluppo economico e sociale per finanziare PMI che investono in materia.
Si chiede alla Commissione:
-di affrontare la questione specifica nell’ambito del partenariato strategico UE-Brasile, sulla base della condizionalità in riferimento al rispetto dei diritti umani;
-di prendere posizione in tale sede in difesa dei diritti degli indigeni e dell’ambiente, alla luce degli impegni assunti al vertice di Rio+20, della Dichiarazione ONU sui diritti dei popoli indigeni e Convenzione ILO n°169 su popoli indigeni e tribali (ratificata dal Brasile nel 2002), nonché in linea con la richiesta dell’aprile 2011 della Commissione Inter-Americana dei diritti umani al Brasile di sospendere l’attività e dialogare con gli indigeni;
-come intende intervenire affinché le imprese europee coinvolte implementino le linee guida OCSE ed i principi ONU sulla responsabilità sociale ed ambientale d’impresa.