Ho presentato un’interrogazione alla Commissione Europea contro la devastazione delle Alpi Apuane e la distruzione di un ecosistema già compromesso, che va a tutti i costi preservato da abusi ed interessi privati. Ecco il testo:
Nel 1997 la Regione Toscana ha costituito il Parco Regionale delle Alpi Apuane, per salvaguardare una risorsa naturale, ambientale, paesaggistica, ricca di biodiversità. Nel 2012 il Parco è entrato a far parte della Rete dei Geoparchi Unesco ed in esso sono presenti una ZPS-Zona di Protezione Speciale – istituita nell’ambito della Rete Natura 2000 conformemente alla direttiva sulla biodiversità 92/43/CEE, che abbraccia l’88% dell’area – e 18 SIC-Siti di Interesse Comunitario.
Al momento dell’istituzione dei SIC e della ZPS non si è tenuto conto della realtà estrattiva, cosicché oggi i bacini sono incistati in queste aree e l’attività estrattiva è persino aumentata, in palese contrasto con il principio di precauzione enunciato all’art. 191 TFUE. Si prefigura quindi una violazione reiterata della stessa direttiva 92/43/CEE, nonché delle direttive 79/409/CEE, 2009/147/CE. Nel Parco si trovano anche 30 sorgenti carsiche e l’attività estrattiva incontrollata mette altresì fortemente a rischio i bacini idrici corrispondenti, in potenziale violazione delle Direttive 2000/60/CE e 2006/118/CE.
Il 27 marzo è stata approvata la revisione del piano paesaggistico regionale anche al fine di regolamentare il prelievo del marmo ma lo stesso è stato impugnato ed i divieti sono diventati semplici raccomandazioni.
Si chiede alla Commissione:
- se sia a conoscenza delle violazioni e del rischio corso dall’ecosistema del Parco;
- come intenda intervenire in merito.