E’ bastata una scintilla, la proposta di riforma del sistema sociale, per far scoppiare l’inferno in Nicaragua.
Da allora sono morte negli scontri almeno 76 persone.
Le motivazioni profonde della protesta sono molte ma alla base vi è l’accusa ad Ortega, al suo terzo mandato, di star cercando di creare una dittatura nel paese.
Prima gli studenti, e poi man mano sempre più persone, sono dunque scese in strada per protesta, ognuno con le proprie richieste, ognuno con la propria storia.
La reazione, come spesso accade in questi casi, è stata violenta. Le forze dell’ordine, come evidenziato dalla Commissione interamericana per i diritti umani, hanno risposto con un uso sproporzionato e indiscriminato della forza.
Credo fermamente che l’unica soluzione possibile alla crisi, ad ogni crisi, stia nel dialogo. Auspico dunque che le parti tornino il prima possibile al tavolo negoziale del dialogo nazionale. Invito il Servizio d’Azione Esterna e l’Alto Rappresentate a dare tutto l’appoggio possibile in questo senso.
Per ultimo un invito ad Ortega: se davvero ami il tuo popolo, come credo, ferma la violenza verso i tuoi cittadini, siediti, ascoltali, parla con loro, negozia, vattene se non vi è altra soluzione. Questa è la cosa giusta da fare, l’unica.