domenica 04 giugno 2023

IL RACCONTO DI APRILE

Carissimi, qui trovate il racconto di aprile, un mese ricco di incontri sul territorio con i cittadini, durante i quali ho recepito criticità e problematiche, confrontandomi con la gente e offrendo loro la possibilità di partecipare al workshop Fondiamo che organizzo ormai da anni per far conoscere le possibilità che l’Europa offre agli enti locali. È stato poi un mese in cui abbiamo continuato a portare avanti battaglie di civiltà, in primis quella in sostegno delle famiglie arcobaleno. Buona lettura!

NO ALL’INCENERITORE

Opporsi all’inceneritore di Roma è da sempre per il M5S una battaglia di civiltà e di coerenza. La salute dei cittadini viene prima di tutto: siamo molto preoccupati per l’impatto ambientale che avrebbe questo maxi impianto frutto di una tecnologia ormai obsoleta, che è l’opposto dell’economia circolare. Chiederci di rinunciare a questa battaglia non è nemmeno lontanamente pensabile!D’altra parte però sarebbe un gravissimo errore politico enfatizzare, all’interno del fronte progressista, solo ciò che ci distingue e divide, piuttosto che tutto ciò che ci unisce: stimo moltissimo Elly Schlein, siamo stati colleghi per 5 anni a Bruxelles e abbiamo lavorato benissimo insieme.Ritengo che la sua vittoria alle primarie sia un fatto politico di grandissima rilevanza che ci consente di convergere molto più agevolmente su tante battaglie e sensibilità comuni. Insieme possiamo lavorare affinché Giorgia Meloni e le sue forze ultra conservatrici non restino al Governo per i prossimi dieci anni.

FONDIAMO

Ho trascorso diversi fine settimana sui territori, tra le persone. Confrontarsi con i cittadini, dialogare con loro, ascoltare, prendere nota, cercare insieme soluzioni alle criticità credo sia fondamentale quando si fa Politica. A fine aprile mi sono spostato tra Aprilia, Corciano, Umbertide, Maiolati Spontini, Falconara, Grottammare e Castel di Lama, con due tappe principali a Latina e ad Ancora per FondiAmo, il workshop sui Fondi europei che organizzo da anni e che reputo molto importante per aiutare gli enti locali a comprendere e a utilizzare efficacemente tutte le straordinarie opportunità che l’Europa offre ai nostri territori. Troppo spesso le nostre amministrazioni lasciano a terra ingenti risorse per incapacità di spesa, e non possiamo più permettercelo.Io continuerò a dare il massimo e a esser presente per tutta la nostra comunità!

PLENARIA EUROPA-CINA

Certamente è vero che siamo obbligati a perseguire un impegno selettivo con Pechino su quei dossier che sono multilaterali per natura, in particolare la lotta al cambiamento climatico, ma non possiamo trascurare quei comportamenti inaccettabili che il governo cinese rifiuta di abbandonare. Le cosiddette esercitazioni militari vicino a Taiwan sono pericolosamente simili a una vera e propria invasione e la “neutralità” della Cina rispetto all’invasione russa dell’Ucraina non è credibile. Non si può accettare nulla di più di un semplice impegno selettivo su alcune questioni, prima di azioni reali ed efficaci da parte delle nostre controparti cinesi in quei campi che non sono solo essenziali per noi, ma universali per definizione, come i diritti umani. Manteniamo aperto il canale del dialogo, ma senza essere ingenui, proteggendo così le nostre infrastrutture strategiche e la sovranità tecnologica europea e, soprattutto, per difendere le nostre linee rosse.

PLENARIA DIRITTI FAMIGLIE ARCOBALENO

La violenza e la discriminazione contro le famiglie e le persone LGBT diventa ogni giorno sempre più drammatica nell’Europa e in Italia. Le famiglie omogenitoriali italiane hanno portato avanti negli anni una battaglia coraggiosa e complessa, ritagliandosi piccoli spazi per assicurarsi una minima forma di riconoscimento e protezione. Quello a cui abbiamo assistito ultime settimane sono le ultime di una serie di azioni del governo italiano per erodere ulteriormente i loro diritti, quelli delle famiglie arcobaleno e quelli delle bambine e dei bambini italiani. Il Commissario per la giustizia Reynders su questo tema è stato perentorio: gli Stati membri devono riconoscere i figli dei genitori dello stesso sesso ai fini dell’esercizio dei diritti derivanti dal diritto dell’Ue. Come cittadini europei abbiamo il dovere di risolvere questa questione al riparo di strumentalizzazioni ideologiche e unirci in solidarietà con le tantissime famiglie arcobaleno e le attiviste e gli attivisti scesi in piazza, esortando l’Unione europea a utilizzare tutti i meccanismi a sua disposizione per garantire che l’Italia rispetti gli obblighi previsti dal Diritto europeo. Non possiamo permettere che i valori europei di uguaglianza e inclusione vengano compressi, minacciati e infine cancellati nel silenzio.

EMERGENZA SICCITÀ

Il problema della siccità e, più in generale, del surriscaldamento globale, è stato per troppo tempo ignorato. Ora ne stiamo pagando le conseguenze ma abbiamo a disposizione uno straordinario strumento messo a disposizione dall’Europa: i fondi del Pnrr. Questi soldi saranno fondamentali per porre rimedio a diversi problemi e per rendere il nostro Paese più moderno e competitivo. Perderli sarebbe un crimine, significherebbe condannare i nostri giovani a vivere in un Paese senza futuro. Non possiamo permetterlo!

IL RACCONTO DI NOVEMBRE

Cari tutti, eccoci con il racconto di questo mese in cui abbiamo tanto parlato di pace, di politiche green, e delle assurde atrocità che stanno accadendo non solo in Ucraina, ma anche in Armenia. Un mese molto importante, questo, caratterizzato dall’importante evento di FondiAmo a Bruxelles durante il quale abbiamo avuto l’occasione di parlare con i nostri amministratori e portavoce di fondi europei e di come questi possano essere utilizzati nel rilancio dei nostri territori. Buona lettura a tutti voi.

FONDIAMO

Quella di conoscere e utilizzare al meglio le possibilità che i fondi europei offrono è una chance che i nostri amministratori, figure in prima linea sul territorio, non possono e non devono perdere. Con questo obiettivo ben chiaro in mente ho immaginato, ormai otto anni fa, il format FondiAmo, grazie al quale ogni anno da quando ho cominciato il mio percorso in Parlamento, accolgo e ospito a Bruxelles i nostri sindaci, assessori, consiglieri comunali e regionali, insieme ai loro staff.

La pandemia ci ha temporaneamente portato via questa opportunità ma, con grande soddisfazione durante il mese di novembre sono riuscito a portare a Bruxelles 60 ospiti per una nuova edizione del mio evento di formazione e informazione per promuovere la conoscenza delle opportunità che l’Europa offre e spiegare come gli enti locali possono accedere ai Fondi europei. 

Riavere qui tante amiche e tanti amici, dopo lo stop forzato causato dal Covid, è stata per me una grande emozione: abbiamo trascorso tre giorni intensi, entusiasmanti e che ci hanno arricchiti di spunti e informazioni preziose. Ringrazio per il grande lavoro Manuela Marchioni, Senior European Project Manager e Managing Partner Obiettivo Europa e Adriana Calì – Project Manager Esperta di Fondi europei che con grande serietà, preparazione ed empatia hanno accompagnato i nostri ospiti nel percorso di apprendimento e progettazione e i relatori Walter Zampieri, Head of Unit EACEA Cultura e Francesca Raimondi, Special Rapporteur FESR Lazio, che hanno arricchito i nostri incontri con un apporto di grande valore.

L’interesse che tutti i partecipanti hanno dimostrato mi conferma, una volta di più, che questa è la strada giusta. I fondi europei sono uno strumento fondamentale per il rilancio del Paese, soprattutto in questo momento di difficoltà e mi riempie d’orgoglio vedere l’entusiasmo di chi amministra i nostri territori, la dedizione e la voglia di portare avanti il cambiamento per migliorare le sorti di piccoli borghi e grandi città. Senza dimenticare l’occasione straordinaria rappresentata dal PNRR e la sfida delle sue stringenti tempistiche, a cui abbiamo dedicato un’ampia parte del nostro approfondimento. Ho avuto poi il piacere di regalare a tutti l’ultima edizione, ormai la sesta, della guida da me ideata che è dedicata alla costituzione di “Sportelli Europa” nei comuni, a sostegno delle giunte e dei cittadini, ulteriormente ampliata e approfondita. 

Un passo alla volta andiamo avanti, insieme, ognuno con le proprie competenze, ognuno con la propria storia, per rilanciare i nostri meravigliosi territori.

EVENTO COMUNITÀ ENERGETICHE

Sono fortemente convinto che le politiche green rappresentino l’unica via d’uscita possibile dalla situazione in cui versa il nostro pianeta. Per questo motivo, ho partecipato con grande piacere all’evento dal titolo “le comunità energetiche: un’opportunità di sviluppo per i territori e le imprese”, che si è tenuto ad Ancona. Insieme agli amici Dario Tamburrano, Gianni Pietro Girotto e Marta Ruggeri, abbiamo affrontato il tema della transizione ecologica, un percorso che deve essere centrale nell’agenda di ogni esecutivo, tanto a livello nazionale quanto a livello europeo.

In Europa, infatti, è stata proprio quest’ultima legislatura ad aprirsi nel segno del New Green Deal: per la prima volta è stato quindi riconosciuta formalmente l’esigenza di un vero cambiamento, con l’importante obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Con lo scoppio poi della Pandemia, e quindi l’arrivo del Next Gen Eu, la transizione ecologica è diventata centrale nel piano di ricostruzione delle economie europee. 

In questo contesto, il nostro Paese arranca sull’utilizzo di fonti di energia pulita e rinnovabile: basti pensare che il mix energetico italiano risulta per più dell’80% composto da fonti fossili, gas e petrolio rispettivamente al 42% e al 36%. Le fonti rinnovabili, pur in aumento, rimangono piuttosto residuali con l’11% da fonti green e il 7% di produzione idroelettrica. Troppo poco per iniziare a parlare di transizione ecologica, considerando anche la difficile situazione energetica in cui ci troviamo a causa del conflitto in Ucraina.

È chiaro quindi che, in questo panorama, le comunità energetiche vanno incentivate, per aumentare l’utilizzo di energie rinnovabili e aiutare il nostro Paese a compiere importanti passi in avanti verso l’indipendenza energetica. Il M5S ha iniziato a impostare questo percorso quando è stato forza di governo, ma continuerà a pungolare questo esecutivo affinché si continui su questa strada anziché parlare di nucleare o di trivelle senza alcun senso logico.

Le nostre azioni di oggi costruiscono il Paese che vivranno i nostri figli: teniamolo a mente, sempre.

PLENARIA ARMENIA

Ogni giorno, giustamente, i media ci ricordano incessantemente le atrocità che stanno accadendo nelle martoriate regioni dell’Ucraina, crimini orrendi frutto di un’aggressione che condanno con tutto me stesso. In ogni riunione del Consiglio europeo, ed è sacrosanto che sia così, l’argomento è in cima all’agenda delle discussioni e delle azioni dell’UE. Eppure nel Caucaso meridionale c’è una situazione molto simile che non gode della stessa sensibilità e attenzione, anzi tutt’altro: il settembre scorso le truppe del regime azero hanno brutalmente occupato, con una violenta e ingiustificata aggressione militare, 220 chilometri quadrati di territorio sovrano armeno, sfruttando la congiuntura internazionale favorevole. Anche in questo caso, quindi, un Paese democratico, l’Armenia, viene attaccato da uno Stato autoritario e aggressivo che vuole appropriarsi di parte del suo territorio con la forza bruta e il ricatto. 

E qui sorge la differenza che io davvero non posso tollerare: perché questa poca attenzione, questo silenzio casualmente avviene dopo che l’UE ai più alti livelli ha dichiarato che l’Azerbaigian è un “partner affidabile”? Perché non si ricorda che il regime di Aliev soffoca la libertà di opinione e di espressione, incarcera gli oppositori, firma trattati di alleanza con Putin e va a braccetto con le repressioni di Erdogan? Solo per qualche metro cubo in più di gas?

O forse perché qualcuno crede ancora che la democratica Armenia sia alleata della Russia? Io credo invece che i fatti degli ultimi due anni dimostrino piuttosto che Yerevan, semmai, è ostaggio del Cremlino, della sua decisione di sacrificare la libertà, i diritti e il destino del popolo armeno dell’Artsakh e della Repubblica di Armenia in cambio di un’alleanza a tutti gli effetti con Baku e della compiacenza di Ankara, essendo la Turchia l’unico Paese in grado di minacciare gli interessi russi nel Mar Nero.

Durante il mese appena trascorso sono stato in missione in Armenia e ho potuto vedere con i miei occhi la situazione sulla linea del fronte, incluse le case dei civili innocenti che sono state bombardate dall’artiglieria azera. Su internet potete trovare i video atroci in cui soldati e civili armeni, prigionieri e disarmati, vengono ammazzati senza pietà dai soldati azeri, video in cui si vede il cadavere di una soldatessa armena stuprata, torturata e profanata senza misericordia. Quante tv ne hanno parlato? Quanti giornali ne stanno scrivendo?

Io non resterò silente, non mi piego e non mi piegherò mai a queste logiche: la real-politik non può sostituire i nostri valori, e questi due pesi e due misure sono inaccettabili perché stanno minando profondamente la nostra credibilità come italiani e come europei. 

Non possiamo svenderci per interessi energetici: al contrario, dobbiamo rilanciare ancora di più lo sviluppo delle rinnovabili per uscire, una volta per tutte, da questa maledetta trappola della dipendenza dal gas da parte di tutti i regimi autoritari, nessuno escluso. Per tutti questi motivi, durante la seduta della plenaria del Parlamento europeo ho ribadito con forza che sto dalla parte della democrazia e dell’Armenia.

MANIFESTAZIONE PER LA PACE

Il 5 novembre, insieme a tantissimi colleghi del Movimento Cinque Stelle, ho partecipato, al fianco dei cittadini, alla manifestazione per la Pace in Ucraina che si è tenuta a Roma. Eravamo tutti uniti, uomini e donne, nel sostenere un concetto chiaro: vogliamo la pace! Non si tratta di una richiesta “populista” o semplicemente di uno slogan. Noi eravamo lì, senza bandiere né simboli di partito, per chiedere con fermezza che l’Unione Europea sia la forza trainante di un grande e autentico negoziato di pace.

La voce che ha risuonato per le strade di Roma non deve essere ignorata dai governi: la soluzione al conflitto in Ucraina deve ripartire da un negoziato. In questi mesi milioni di persone sono state costrette a lasciare il proprio Paese. Ogni giorno si registrano morti, feriti, devastazioni, violenze indicibili, un bollettino dell’orrore che deve terminare. Siamo al fianco del popolo ucraino senza se e senza ma. Proprio per questo dobbiamo tutti impegnarci affinché le sofferenze di profughi, famiglie, bambini, di un’intera popolazione finiscano. La pace è una priorità assoluta per evitare altra morte, distruzione e orrore.

IL RACCONTO DI OTTOBRE

Carissimi, qui trovate il racconto di ottobre. In questo mese mi sono espresso sugli argomenti più caldi di questo momento, sui problemi che attendono urgentemente una risposta da parte del governo: caro energia e caro bollette. Ho ricordato poi l’importanza di una misura come il Reddito di cittadinanza che dobbiamo difendere da chi vorrebbe abolirla. Durante le plenarie del Parlamento europeo, invece, ho affrontato il tema del Corno d’Africa, della Tunisia e dei Balcani. Buona lettura!

TRASMISSIONI

12 OTTOBRE SKYTG24

Molte famiglie in Italia faticano a pagare le bollette. E’ una verità incontrovertibile di fronte alla quale non possiamo girarci dall’altra parte. Per questo, la priorità deve essere quella di dare risposte alle famiglie e alle imprese imprese che stanno facendo i conti con il rincaro dell’energia. Serve un intervento immediato non solo a livello nazionale, ma anche europeo sulla falsa riga di quanto fatto da Giuseppe Conte in piena pandemia con il Next Generation Eu. Per questo ho ribadito ai microfoni di SkyTg24 la necessità di un Energy Recovery Fund che vada ad alleviare le conseguenze di questa guerra che si stanno abbattendo con ferocia su tutti i Paesi europei. Mi auguro che Giorgia Meloni sarà in grado di imporsi in Europa e di raggiungere obiettivi efficaci e concretamente utili per gli italiani esattamente come ha fatto Conte. In questo contesto storico non ci sono alternative

18 OTTOBRE RAINEWS24

L’ultimo rapporto della Caritas fa emergere una crescita terrificante delle disuguaglianze nel nostro Paese. Per questo bisogna agire responsabilmente su più piani. A livello europeo serve un tetto mobile al prezzo del gas e una emissione di debito comune per dare sostegno a famiglie e imprese in crisi, esattamente come ottenuto magistralmente dal nostro presidente Giuseppe Conte in piena pandemia. Poi bisogna lavorare affinché il Reddito di cittadinanza non venga abolito, semmai migliorato nella parte delle politiche attive, sempre tenendo a mente, però, che i due terzi dei percettori sono difficilmente occupabili perché anziani o invalidi, e che, del restante terzo, molti sono lavoratori poveri. Riformuliamo e miglioriamo le misure, certo, ma ricordiamoci sempre di come stanno le cose.

MISSIONE IN ARMENIA

La fine del mese di ottobre mi ha visto impegnato in una missione molto importante e delicata. Sono partito per l’Armenia, teatro il mese scorso dell’ennesima criminale aggressione operata dall’Azerbaijan e connotata da violenti scontri di frontiera con oltre 200 morti, sempre per via dell’irrisolta questione inerente lo status del Nagorno-Karabakh, regione a larghissima maggioranza etnica armena in un territorio formalmente azero (per via delle frontiere improvvidamente tracciate ai tempi sovietici), un conflitto fortemente riacutizzatosi anche nel 2020. 

L’Armenia è sempre stata storicamente vicina alla Russia, sin dai tempi dell’Impero zarista e delle persecuzioni ottomane sfociate poi nel terribile genocidio (a tutt’oggi ancora incredibilmente e vergognosamente negato dalle autorità turche), alla quale è legata anche da un patto difensivo bilaterale e dall’essere entrambe membri dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (OTSC), l’equivalente russo della NATO. Eppure, nonostante le accorate richieste armene di aiuto di fronte agli attacchi azeri e l’obbligo legale ai sensi del trattato, Mosca nulla ha fatto per aiutare e proteggere i propri alleati (ricordiamo che essendo un importante produttore di gas e petrolio Baku ha ben altri mezzi rispetto a Yerevan, con un bilancio della difesa che è superiore all’intero bilancio statale armeno, e che la Turchia di Erdogan sostiene incondizionatamente e in ogni modo l’alleato azero nelle sue pretese, come già dimostrato proprio nel 2020).

Durante questi scontri sono stati commessi numerosi crimini contro l’umanità, tra cui un’atroce esecuzione di massa di prigionieri di guerra armeni, soldatesse e soldati coraggiosi che, a quanto si vede nei video, avrebbero subito orribili torture e mutilazioni e profanazioni del proprio cadavere.

Mai come in questo momento è necessario far sentir la nostra vicinanza al popolo armeno e adoperarci affinché la gravissima situazione del conflitto ucraino non lasci cadere nel dimenticatoio altre crisi non meno importanti: la pace non deve mai essere l’ultima opzione.

PLENARIA

CORNO D’AFRICA

Con immensa soddisfazione ho visto approvare, con ben 457 voti a favore, e dunque con una larga maggioranza, il mio rapporto sulle relazioni strategiche dell’UE con la regione del Corno d’Africa. L’aggressione perpetrata dalla Russia ai danni dell’Ucraina porta con sé conseguenze nefaste non solo in Europa, ma in tutto il mondo. Una delle regioni più colpite è sicuramente quella del Corno d’Africa che, secondo le definizioni dell’Unione, comprende Eritrea, Etiopia, Gibuti, Somalia, Sudan, Sud Sudan, Uganda e Kenya. Nei Paesi della regione, il blocco delle importazioni delle materie prime e i prezzi del grano schizzati alle stelle si sommano a una serie di conflitti attivi o latenti, provocando una delle più gravi crisi umanitarie al mondo e milioni di rifugiati. Con questo rapporto, frutto di un lungo lavoro negoziale da me condotto nella Commissione Affari Esteri, chiediamo all’Unione europea di rivedere e aggiornare il suo approccio verso la regione, puntando con convinzione su un modus operandi più inclusivo e basato sul dialogo costruttivo e costante, lasciando da parte quell’approccio paternalistico che ha talvolta viziato le relazioni UE-Africa. La bussola che deve orientare i futuri sforzi diplomatici, umanitari e di cooperazione economica dell’Unione deve mettere al centro interventi capaci di dare risposte concrete ai bisogni delle popolazioni locali. Questo comporta che l’Unione europea non dovrà investire soltanto in progetti faraonici, ma dovrà dare grande rilevanza a iniziative che abbiano un impatto positivo sulle condizioni di vita delle comunità locali. Con l’approvazione di questo rapporto, il Movimento 5 Stelle dimostra ancora una volta che il multilateralismo e il solido ancoraggio all’UE sono elementi imprescindibili delle sue proposte di politica estera. Abbiamo una grande responsabilità verso le aree più povere e travagliate del mondo e non possiamo tradirle proprio adesso. 

TUNISIA

Durante la seduta plenaria del Parlamento europeo ho potuto esprimere tutta la mia preoccupazione per la deriva verso la quale si sta muovendo la Tunisia, un Paese a cui tengo molto e che un tempo era definito come il faro della democrazia in Nord Africa. Questa luce si è ora affievolita e, dopo la decisione del presidente Saied di sospendere il Parlamento, abbiamo assistito al doloroso processo di smantellamento dei progressi raggiunti in precedenza. lI cittadini sono di nuovo in piazza, a protestare contro la sospensione illegale della democrazia, i procedimenti giudiziari contro leader politici, ONG e attivisti e la catastrofica situazione economica. Per questo faccio un appello al Presidente Saied: non è troppo tardi per riportare la Tunisia sulla retta via. Non privare i tuoi cittadini di ciò per cui hanno lottato così duramente. Per l’Unione europea è tempo di riflettere sul rapporto con la Tunisia: abbiamo aiutato e continueremo ad aiutare il popolo tunisino, ma il nostro sostegno non può essere incondizionato. Va rimesso in moto il processo democratico. Una strada diversa per la Tunisia è ancora, possibile

BALCANI

L’avanzamento del processo di allargamento non è solo qualcosa che dobbiamo ai nostri amici dei Balcani occidentali, ma è anche una priorità geo-strategica che ha acquisito maggiore rilevanza dopo la guerra di aggressione russa contro l’Ucraina. Ho parlato di questo tema importantissimo durante il mio intervento in plenaria, sottolineando che ora è più chiaro che mai che dobbiamo riformare ulteriormente il processo di allargamento andando oltre l’unanimità. Ho accolto con favore la raccomandazione di concedere alla Bosnia-Erzegovina lo status di Paese ufficialmente candidato e spero che questa possa essere la scintilla di cui Sarajevo ha bisogno per incrementare ulteriormente il suo impegno nella messe in atto delle risorse necessarie. Ora è il momento di proseguire sulla strada intrapresa, tenendo presente che il prossimo passo deve essere la liberalizzazione dei visti per il Kosovo. Non siamo favorevoli alle scorciatoie, ma dobbiamo renderci conto che non possiamo permetterci negoziati interminabili e incertezze a ogni passo. Con la prima Conferenza intergovernativa con l’Albania e la Macedonia settentrionale a luglio, abbiamo parzialmente rimediato ad alcuni gravi errori del passato e, da questi, dobbiamo imparare la lezione. Abbiamo bisogno di una tempistica realistica: inoltre, il vuoto parziale nella regione verrebbe riempito ancora di più da Russia, Cina, Turchia e Paesi del Golfo, perché il progetto europeo non sarà mai completato finché tutti i Paesi dei Balcani occidentali non faranno parte della nostra famiglia europea. 

IL RACCONTO DI SETTEMBRE

Cari tutti, ecco il racconto del mese di settembre, un mese in cui abbiamo affrontato tanti temi, dal salario minimo, – alla cui direttiva è finalmente arrivato il via libera da parte del Parlamento europeo – alla soglia di impignorabilità che come Movimento 5 Stelle abbiamo aumentato a 1.000 euro. Abbiamo parlato d’Europa, della necessità di lottare per il rafforzamento dell’integrazione, della situazione in Ucraina, di quello che possiamo fare per difendere la democrazia a Taiwan. Buona lettura!

SALARIO MINIMO

Finalmente è arrivato il via libera definitivo dal Parlamento europeo alla direttiva sul salario minimo. Con questa legge ci si pone l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita e di lavoro di tutti i lavoratori dell’UE e promuovere progressi in ambito economico e sociale. Un importante passo in avanti, dunque, che mi auguro spinga il governo italiano e i partiti che finora si sono messi di traverso ad approvare la proposta di legge sul salario minimo per la quale il Movimento 5 Stelle si batte da anni.

Stiamo lavorando con anima e copro affinché in Italia a tutti i lavoratori sia garantito uno stipendio dignitoso, che tenga conto del costo della vita; ci stiamo impegnando con ogni mezzo affinché le condizioni di milioni di lavoratori poveri che guadagnano 3-4 euro lordi l’ora possano migliorare. 

Finora gli altri partiti hanno preferito pensare ad altro, per esempio ad alzare gli stipendi ai super dirigenti di Stato, oppure a criticare e a cercare di abolire il Reddito di cittadinanza.

Con l’approvazione della normativa europea, però, si compie un passo in avanti verso una giusta retribuzione, un passo che non possiamo sottovalutare.

VENTOTENE

Alla fine del mese di Agosto ho avuto l’onore di partecipare al 41° Seminario Federalista organizzato a Ventotene durante il quale abbiamo discusso dei prossimi passi da compiere all’indomani della conclusione della Conferenza sullo Stato dell’Unione.  E’ fondamentale dare seguito e rendere realtà le ambiziose e innovative proposte che sono state lanciate durante la Cofeu, soprattutto dai cittadini. Dobbiamo rafforzare le capacità dell’Unione, dobbiamo essere in grado di affrontare con gli strumenti giusti tutte le grandi e non più rinviabili sfide che abbiamo davanti, prima tra tutte quella del cambiamento climatico. Dobbiamo guardare al futuro, dobbiamo realizzare quella transizione energetica ed ecologica che non può più essere rimandata. Siamo già in ritardo e lo scenario attuale lo ha dimostrato ampiamente. 

Gli strumenti li abbiamo e sono già stati testati, dunque usiamoli! E facciamo in modo che diventino strutturali e non presi in mano solo in occasioni straordinarie. Penso alla necessità urgente di un Energy Recovery Fund, basato sull’emissione di debito comune europeo, esattamente come fatto, con successo, durante la pandemia con il Next Generation EU, un momento in cui l’Europa ha dato prova di poter essere solidale ed equa. 

Dobbiamo lottare per il rafforzamento dell’integrazione, per un’Europa che sia in grado di assumersi le proprie responsabilità. Dobbiamo mettere fine al tempo dell’Austerity, a politiche europee che indeboliscono le nostre economie. Dobbiamo costruire una difesa comune europea, una politica estera che sia armonica e coordinata. Dobbiamo rendere realtà il sogno di un’Europa sempre più forte e unita.

CANDIDATI ALLE ELEZIONI ALL’ESTERO

Gli oltre 3 milioni di cittadini italiani residenti in Europa non sono cittadini di serie B e meritano una classe politica che si occupi davvero di loro, una riforma dell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE) all’altezza delle loro esigenze e soluzioni ai troppi problemi di natura previdenziale e fiscale che li affliggono. Per questo, le proposte del Movimento 5 Stelle sono tutte concrete e volte a migliorare la qualità della vita di cittadini italiani emigrati all’estero. Fra queste annoveriamo il riconoscimento dei contributi versati all’estero, l’istituzione di un fondo pensione per gli iscritti AIRE, la possibilità di accedere a una copertura totale del servizio sanitario nazionale, l’apertura di sportelli di primo arrivo presso i Consolati, maggiori investimenti nel digitale e la promozione di lingua e cultura italiana. Purtroppo l’affluenza degli emigrati italiani è storicamente molto bassa, nel 2018 è stata pari al 29,84%, segno che queste persone percepiscono il loro Paese come lontano e distante. Dobbiamo invertire la rotta, fare più comunicazione su come si vota, segnalare entro quando bisogna spedire la scheda elettorale e spiegare l’importanza della loro partecipazione. 

SOGLIA DI IMPIGNORABILITÀ

Grazie a un nostro emendamento, a prima firma della senatrice Agnese Gallicchio, al dl Aiuti bis, è passato da 700 a 1000 euro il ‘minimo vitale’ sotto il quale non si possono pignorare le pensioni. Una scelta di civiltà fatta per andare incontro a chi si trova oggi in una situazione di maggiore difficoltà economica.

Questa conquista dimostra con serietà e concretezza che cosa significa stare dalla parte dei cittadini, soprattutto dei più fragili e dei meno abbienti. Grazie a questo emendamento diamo una risposta concreta agli italiani, creando uno scudo sociale contro sciacalli e sfruttatori. Un atto doveroso soprattutto in un momento, come quello attuale, segnato da una grave crisi economica, dalla perdita del potere d’acquisto delle famiglie e da un impoverimento generalizzato dei cittadini.

COLORS OF PEACE

In occasione della Giornata internazionale della Pace ho partecipato, a Roma alla serata organizzata dall’ONU stessa, da Colori per la Pace, da Peace Run e dal Parlamento europeo. Durante quest’occasione è stata inaugurata la mostra “Colors of peace”, che vede la partecipazione di disegni di bambini da 134 Nazioni del Mondo. 

Mai come ora, con una brutale guerra che sta sconvolgendo l’Europa e con i numerosi e terribili conflitti che insanguinano il nostro pianeta e che si susseguono da anni, spesso nel quasi totale silenzio dell’opinione pubblica, sensibilizzare sul tema della pace è fondamentale, in particolare le giovani generazioni. Mai come ora è imprescindibile e urgentissimo promuovere un’educazione e una cultura del dialogo a 360 gradi, affinché le armi possano finalmente tacere.

PLENARIA TAIWAN

Quando parliamo di Taiwan c’è solo una domanda che conta davvero. Cosa possiamo fare, in pratica, per evitare un conflitto sempre più prevedibile, che potrebbe avere costi umani catastrofici e che rappresenterebbe l’ennesimo tentativo da parte di potenze autocratiche di sradicare la democrazia dal loro vicinato, come sta accadendo in Ucraina? La risposta è una sola. Dobbiamo sostenere Taiwan perché sia chiaro che i costi di un’invasione sarebbero insopportabili per Pechino. Ho avuto l’occasione di parlare di questo importantissimo tema durante l’ultima seduta della plenaria a Strasburgo. Ho sostenuto che non potendo rischiare un’escalation militare, dobbiamo affidarci a ciò che ha sempre contraddistinto l’azione esterna europea: la diplomazia e la forza commerciale. Per farlo, è fondamentale che l’Unione europea rimanga unita e sia disposta a intensificare le relazioni con Taipei, anche attraverso un accordo bilaterale sugli investimenti, e agire come un monolite nel contrastare i tentativi cinesi di destabilizzarci attraverso la propaganda e le ritorsioni commerciali. Pertanto, mi congratulo con la Lituania per aver aperto il suo ufficio commerciale a Taiwan e mi aspetto che altri Stati membri e la nostra Unione abbiano lo stesso coraggio, dimostrando al mondo che siamo uniti nel difendere i nostri valori fondamentali e che siamo fermamente al fianco del coraggioso e democratico popolo di Taiwan.

PLENARIA UCRAINA

Sempre durante la seduta della plenaria ho potuto nuovamente esprimere il mio parere su questa sanguinosa guerra che si sta svolgendo alle porte dell’Europa. Ciò che è stato reso noto è che, diverse centinaia di migliaia di civili ucraini sono stati deportati forzatamente in Russia, soprattutto nelle regioni poco popolate dell’estremo Oriente del Paese, che è anche l’area da cui proveniva la stragrande maggioranza dei soldati russi morti nei combattimenti. Inoltre, cosa ancora più detestabile, più di 250.000 bambini sono stati forzatamente inseriti nella lista delle adozioni da parte di famiglie russe, sempre nelle aree meno popolate del Paese. Il piano è chiarissimo: il regime russo non intende smettere di mandare i suoi giovani uomini e donne a morire per una guerra brutale e ingiustificabile. Al contrario, ha già iniziato a ‘sostituire’ i caduti con altri esseri umani innocenti, in spregio a tutte le più elementari leggi internazionali. E non è la prima volta che questo accade. Dal Parlamento europeo abbiamo già detto ‘mai più’ all’orrore delle deportazioni russe sperimentate da alcuni Paesi europei nel corso del XX secolo, eppure sta accadendo di nuovo. Dobbiamo condannare con fermezza questi atti orribili e chiediamo alla comunità internazionale di aprire immediatamente un’indagine, con l’obiettivo di chiamare i responsabili di tali atrocità, compreso Putin, a risponderne di fronte alla Corte penale internazionale

IL RACCONTO DI LUGLIO

Cari tutti, ecco il racconto del mese di luglio. Durante le plenarie del Parlamento europeo ho affrontato prima il tema delle multinazionali che non devono più arricchirsi sulla pelle delle persone in difficoltà, e poi della possibilità di accogliere la Bosnia nell’Ue per un futuro di pace nei Balcani. Inoltre mi sono occupato di cyberbullismo e ho partecipato con grandissimo piacere all’inaugurazione dei Campionati Mondiali di Wakeboard nella splendida cornice del lago del Salto e del Cicolano. Buona lettura!

PLENARIA, TASSA MULTINAZIONALI

Mentre la gente muore di fame, le multinazionali continuano a godere di enormi profitti. Un tema molto delicato ma fondamentale che ho avuto modo di affrontare durante il mio intervento alla seduta plenaria del Parlamento Europeo che si è tenuta a Strasburgo. Ho sottolineato che  un buonissimo punto di partenza, in questo senso, è rappresentato dall’introduzione di una tassa sugli utili in eccesso di tutte le multinazionali, ma a lungo termine bisogna agire in modo mirato, tassando tutte le società che traggono benefici dal mercato unico dell’UE, combattendo così l’elusione e la concorrenza fiscale al ribasso. Non possiamo permettere che le grandi aziende si arricchiscano sulla pelle delle persone in difficoltà. Dobbiamo pensare ai lavoratori, alle famiglie, a chi è stato messo in ginocchio prima dalla pandemia e ora dalle conseguenze della guerra in Ucraina.

PLENARIA, BOSNIA

Quanto sta accadendo nei Balcani Occidentali è stato il tema di uno dei miei due interventi nell’ultima seduta plenaria del Parlamento europeo. Infatti, come principale risultato dell’ultimo Consiglio europeo, abbiamo applaudito la decisione di concedere all’Ucraina e alla Moldavia lo status di candidati all’UE. Se, da un lato, si è trattato di un messaggio politico essenziale volto a riaffermare il nostro impegno incondizionato per la futura adesione dei Paesi del Partenariato orientale, dall’altro questa corsia preferenziale sta causando turbolenze nei Balcani occidentali. Per questo motivo, la disponibilità espressa dal Consiglio a concedere lo status di candidato alla Bosnia è un passo importante, perché non possiamo rischiare ulteriori disillusioni, e non possiamo dare l’impressione di abbandonare i Balcani occidentali. L’attuazione degli impegni stabiliti nell’accordo politico raggiunto il 12 giugno 2022 sarà fondamentale e spero vivamente che, dopo che la Commissione avrà riferito sulle quattordici priorità chiave come richiesto dal Consiglio, saremo in grado di dare rapidamente il benvenuto alla Bosnia Erzegovina come candidato ufficiale all’adesione. Ritardare ulteriormente l’inevitabile prospettiva europea dei Balcani occidentali è come giocare con il fuoco, poiché c’è il rischio concreto che essi guardino altrove e, poiché sappiamo perfettamente dove si trovi questo altrove, sono certo che non vogliamo che ciò accada.

CYBERBULLISMO

Utilizzare i social network con responsabilità non è uno scherzo. Rappresenta, invece, un obbligo a tutela di tutti. Per evitare che tematiche del genere cadano nel dimenticatoio è necessario parlarne, sviscerarne il significato e, in quest’ottica è stato organizzato a Bruxelles un importante incontro con l’Osservatorio di Genere, nell’ambito del progetto contro il cyberbullismo “Cyberinclude goes Europe” e al quale ho preso parte. È fondamentale continuare a parlare di queste tematiche per trovare soluzioni e modalità per informare sui rischi, prevenire, e insegnare ai giovani, ma non solo, a utilizzare in modo responsabile i social network, sempre più spesso teatro di discriminazione e violenza.
Come vice presidente dell’intergruppo per i diritti LGBTI al Parlamento europeo mi sono sempre battuto per una società più equa, inclusiva e libera. Ed è nostro compito continuare a combattere per questo.

SAN MARINO

Un Accordo di Associazione dell’Ue anche con Stati più piccoli come la Repubblica di San Marino non deve essere visto solo in chiave commerciale ed economica perché la sua accezione è, anche e soprattutto culturale, politica e geopolitica. E questo perché, un siffatto Accordo, evita che si crei un vuoto che sarebbe colmato da Stati nei quali vigono sistemi autoritari economicamente e commercialmente più performanti ma che stressano le liberaldemocrazie con un rischio altissimo. Ho avuto il piacere di affrontare questa tematica durante l’evento “Scenari-Conferenza sul Futuro di San Marino”.
San Marino sta operando molto bene nel percorso verso la concretizzazione di questo Accordo. Per questo, mi sento di dare un consiglio alla Commissione Europea: sono passati otto anni caratterizzati da sfide geopolitiche che travalicano i confini dei nostri Stati perché sono assolutamente globali e non sempre ci hanno trovati preparati. Ciò che bisogna fare è puntare sulla costruzione di una sovranità europea condivisa, una sovranità che non va a sostituirsi a quella degli stati nazionali ma che si aggiunge ad essa per consentire ai singoli Paesi di sedere ai tavoli globali ed essere incisivi. Dunque, un esempio come quello della Repubblica di San Marino può dare un valore aggiunto che non possiamo permetterci di perdere. Insisteremo sulla necessità di una roadmap certa e il più celere possibile che conduca alla realizzazione dell’Accordo di Associazione: la scelta non è tecnica bensì politica e geopolitica.

CAMPIONATI DI WAKEBOARD

Li abbiamo attesi tanto, sin dall’anno scorso, quando furono rinviati per il Covid, e finalmente li abbiamo inaugurati alla grande. Sto parlando dei Campionati Mondiali di Wakeboard inaugurati a Borgo San Pietro, con la splendida cornice del lago del Salto e del Cicolano. Per me è stato come sempre un onore e un piacere aver dato il mio contributo per aiutare a organizzare questo evento straordinario e appassionante, veramente fondamentale per il rilancio sportivo e turistico di questa terra meravigliosa che amo da quando sono nato.

IL RACCONTO DI GIUGNO

Carissimi, qui trovate il racconto del mese di giugno. Un mese che ho trascorso molto in Italia, sul territorio, tra la gente con incontri e confronti sempre utili e stimolanti. Abbiamo parlato di fondi europei con gli amici di Frosinone e de L’Aquila, abbiamo parlato di agricoltura, di economia del mare e di quante opportunità l’Europa può fornire ai giovani. Buona lettura!

ASSONAUTA (GAETA)

L’Economia del mare è un argomento dall’importanza strategica  per il tessuto produttivo italiano. Per questo, per me è stato un onore partecipare alla VI conferenza di sistema Assonautica italiana, in chiusura del 1° Summit Blue Forum Italia Network.

Nella suggestiva cornice della bellissima Gaeta abbiamo avuto modo di confrontarci sul ruolo che il mare svolge nell’ambito dello sviluppo ambientale, sociale ed economico dell’Europa ed è, per questo, nostro compito tutelarlo e valorizzarlo, rilanciando tutti i settori ad esso associati. Questi ultimi non sono stati anni semplici e l’impatto su alcuni dei comparti dell’economia blu è stata devastante. 

Ma ora la sfida che dobbiamo affrontare nel lungo termine è rappresentata dalla trasformazione dei nostri mari in una risorsa economica sostenibile, grazie al passaggio a un’economia efficiente, circolare e rispettosa degli ecosistemi che li caratterizzano. Dobbiamo impegnarci affinché le risorse destinate al nostro Paese nell’ambito del PNRR siano impiegate nell’attuazione di una strategia nazionale che valorizzi le enormi potenzialità dell’economia del mare. 

Voglio ringraziare il Presidente della Camera di Commercio Frosinone–Latina e di Assonautica Italiana, Giovanni Acampora, per aver voluto questo incontro e per aver fatto sì che fosse il più fruttuoso possibile. Momenti del genere restano trampolini di lancio per guardare al futuro in modo più consapevole e stabilire obiettivi sempre più ambiziosi da perseguire insieme.

INAUGURAZIONE MURALES

La scuola che ci piace è una scuola che offre possibilità, che include, che è vicina alle persone. La scuola che ci piace è quella che fornisce ai ragazzi tutti gli strumenti necessari per costruirsi il futuro che immaginano e per poter sognare di diventare chiunque loro vogliano essere. Per questo sono particolarmente felice di aver partecipato all’inaugurazione di un murales realizzato dagli studenti dell’Istituto Vittorio Lattanzio di Roma durante il laboratorio di pittura. Partendo dal concetto di diritto all’inclusione, i giovani artisti hanno realizzato un’opera che incarna i preziosi valori dell’ integrazione sociale in tutte le sue sfaccettature e che i ragazzi hanno voluto imprimere su un muro per lasciarli, in qualche modo, in eredità a chi verrà dopo di loro, come un monito: andare avanti insieme è meglio che farlo separati. Ringrazio la preside Paola Vigoroso e l’ex assessora Maria Elena Mammarella, per avermi invitato e avermi reso partecipe di questo laboratorio che è un po’ il simbolo delle opportunità che l’Europa può offrire ai giovani. 

Questo murales, per esempio, è stato realizzato grazie ai PON, programmi finanziati dalla Commissione europea per favorire la parità economica e sociale di tutte le regioni dell’Unione Europea. Questa è la direzione che dobbiamo intraprendere: investire sui giovani, che sono il nostro futuro, il futuro di questo Paese.

CONVEGNO ARDEA CON PATUANELLI

Il settore agricolo è estremamente importante, nonché strategico, in termini numerici, in Italia ma anche nella regione Lazio. Quello della valorizzazione dell’agricoltura, intesa in senso ampio, è un tema molto delicato e sul quale dobbiamo sempre mantenere accesi i riflettori: per questo, mi sono fato promotore di un momento di confronto, nella mia città, Ardea, al quale ha preso parte anche il ministro Patuanelli. Secondo i dati del Centro per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, nella nostra regione, rappresenta un valore aggiunto pari a 179.966,00 milioni di euro.

Tuttavia, il settore si trova ad affrontare serie difficoltà dopo un periodo di crescita. Ora, la sfida principale riguarda la garanzia dell’approvvigionamento delle materie prime in un Paese che, come l’Italia, è fortemente legato alle importazioni da Paesi terzi. All’interno di tale cornice, questo convegno ha rappresentato un’occasione proficua per mettere in sinergia tutti i livelli istituzionali in un contesto meraviglioso come i Giardini della Landriana che rappresentano una ricchezza storica, botanica e paesaggistica molto cara al nostro territorio.

TRASMISSIONI

PUNTO EUROPA

L’Europa ha approvato il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia, uno strumento imprescindibile per tentare, indebolendolo, di fare sedere al tavolo delle negoziazioni Putin. Un risultato che abbiamo raggiunto dopo giorni di bastoni tra le ruote da parte dell’Ungheria, un Governo che sta portando avanti per procura, in modo palese e sfacciato, gli interessi di Mosca e della Cina. Ho parlato di questo durante la puntata di Punto Europa che è andata in onda il 6 giugno scorso. Mi sono espresso in modo molto chiaro: non possiamo permettere che 26 Paesi siano sotto il ricatto di uno! Per questo dobbiamo dotarci subito degli strumenti necessari per affrontare crisi di questo tipo, senza che un Paese, da solo, possa tenere al guinzaglio tutti gli altri. Si superi subito l’unanimità, si dia attuazione a quanto richiesto dai cittadini durante la Conferenza sul futuro dell’Europa, si rimetta mano ai trattati e si riscrivano alla luce dell’esperienza e delle complessità dello scenario internazionale di oggi.

L’Europa non può rischiare di palesare incoerenze e debolezze di fronte ad attori terzi che minacciano l’integrità del nostro continente, così come ha fatto e sta continuando a fare la Russia con la scellerata e folle invasione dell’Ucraina!

FONDIAMO

Anche nel mese di giugno abbiamo continuato a parlare di fondi europei e lo abbiamo fatto coinvolgendo gli amici di Frosinone e de L’aquila. I fondi europei sono una risorsa strategica per tutti i nostri comuni, possono e devono diventare una leva importante per il rilancio della nostra economia. Quando ho immaginato questo format l’ho pensato per dare risposte a chi vuole avvicinarsi ai fondi europei, che siano amministratori locali o semplici cittadini. FondiAmo rappresenta uno strumento che aiuta a creare un ponte tra i nostri consiglieri municipali, comunali, regionali e Bruxelles ma, al tempo stesso, direttamente accessibile a tutti i cittadini interessati nei territori. Artigiani, agricoltori, piccoli e medi imprenditori, studenti: tutti noi abbiamo diritto di conoscere e poter utilizzare gli strumenti che l’Europa ci fornisce (e che finora abbiamo usato, come sistema-paese, poco e male), così come di far pressione sui rappresentanti locali per utilizzarli al meglio, in una prospettiva di crescita e miglioramento del territorio stesso.

IL RACCONTO DI MAGGIO

Carissimi, questo è stato un mese ricco di incontri e di momenti importanti. Si è conclusa la conferenza sul futuro dell’Europa, un incredibile viaggio che ci fa guardare avanti con ambizione e prospettiva. Inoltre, sono stato spesso in Italia, per incontrare i cittadini, sostenere i nostri candidati e riavviare gli incontri formativi-informativi di FondiAmo, durante i quali abbiamo parlato di fondi europei e di come questi possano essere un volano per gli enti locali. Vi invito a leggere il racconto del mese di maggio. A presto.

CHIUSURA DELLA CONFERENZA SUL FUTURO DELL’EUROPA

La Conferenza sul Futuro dell’Europa è stato un viaggio incredibile da cui sono emerse proposte ambiziose e innovative che ora dobbiamo rendere realtà. Per arrivare a questo dobbiamo avviare un processo di riforma importante delle fondamenta dell’Europa. Occorre quindi lavorare a una modifica dei Trattati attraverso l’adozione di un Trattato di Ventotene per rispondere concretamente alle idee, ai desideri e ai sogni delle cittadine e dei cittadini europei. È stata una grande emozione essere presente nell’aula del Parlamento europeo durante l’evento conclusivo, in un momento così importante, a tirare le somme di mesi ricchi di incontri e dibattiti. Un’emozione resa ancor più forte dalla presenza di una collega e amica davvero speciale come Paola Taverna. Una giornata che è stata un vero e proprio esempio di democrazia partecipativa, quella vera, quella di cui dobbiamo andare fieri, quella che mette al centro i cittadini, che sono la colonna portante di ogni democrazia.

Il Parlamento europeo, nella risoluzione approvata, ha appunto ribadito che le aspettative dei cittadini devono essere soddisfatte. Per farlo dobbiamo essere ambiziosi e avere il coraggio di cambiare alcune delle politiche centrali dell’Ue, come quelle in campo energetico. Abbiamo un obiettivo da perseguire: rendere l’Europa un attore strategico e di primo piano negli affari internazionali. E possiamo farlo solo agendo compatti. O vinciamo insieme, infatti, o perdiamo separati. Non ci sono altre opzioni.

PLENARIA

Durante la seduta plenaria del Parlamento europeo, che si è svolta a Strasburgo, sono intervenuto su un tema che mi sta molto a cuore e che ritengo prioritario. E cioè l’importanza dell’adesione di Macedonia del Nord e Albania. Nonostante il sostegno popolare all’integrazione europea non sia diminuito, la fiducia nell’UE come partner e alleato più importante della Macedonia del Nord è calata del 30% negli ultimi due anni. Questo ci dice molto sul nostro rapporto con questo Paese, che da quando ha abbracciato la prospettiva europea nel 2004 ha intrapreso riforme significative e sforzi internazionali, cambiando persino il suo nome ufficiale. È ora di dare concretezza alle aspirazioni dei macedoni all’UE, o sarà troppo tardi. E così come per l’Albania che ha fatto il suo dovere, ha compiuto riforme concrete dimostrando la sua volontà di avanzare nel processo di adesione. Ora tocca a noi agire di conseguenza. C’è ancora una possibilità, nel Consiglio di giugno, di rimediare a un errore storico. Nel prossimo futuro ci attendono sfide enormi, ne siamo tutti consapevoli, e sono fermamente convinto che potremo affrontarle meglio se supereremo le nostre divisioni. 

FALCONE

Ogni anno, il 23 maggio, il mio ricordo va a un uomo, un eroe, che ha pagato con la vita la battaglia che aveva ingaggiato contro la mafia. Sono passati trent’anni da quel 23 maggio del 1992 quando Giovanni Falcone venne ucciso barbaramente dalla Mafia. La strage di Capaci nella storia del nostro Paese è una ferita che ancora oggi sanguina, una delle pagine più buie. E abbiamo il dovere di ricordare quanto successe, abbiamo il dovere di raccontare ai nostri giovani chi è stato e cosa ha fatto Giovanni Falcone, abbiamo il dovere di portare avanti la memoria di coloro che hanno dato la vita per difendere la legalità e la giustizia in Italia e che sono stati l’esempio più puro di che cosa voglia dire non essere omertosi. Dalle loro azioni dobbiamo imparare il coraggio di non girarci altrove, di combattere le ingiustizie e i comportamenti criminali, anche i più piccoli. A Giovanni Falcone, e a chi come lui ha sacrificato se stesso per un bene superiore, dobbiamo dire GRAZIE. Non dimentichiamo.

TRASMISSIONI

TGCOM24 – 13 MAGGIO

Putin ha iniziato questa guerra con l’obiettivo di indebolire la Nato e invece sta ottenendo esattamente l’effetto opposto. Ospite al Tgcom 24, ho avuto la possibilità di spiegare come, con l’invasione dell’Ucraina e con la guerra scellerata che il Cremlino sta portando avanti, sta crescendo il senso di paura e insicurezza nei Paesi che nel dopoguerra avevano scelto la via della neutralità e che non avevano aderito alla Nato. Oggi quegli stessi Paesi stanno considerando la possibilità di entrare nell’Alleanza. Perché? Perché così potranno essere garantiti dal sistema di sicurezza collettivo della Nato e dall’Articolo 5, che prevede la possibilità di essere difesi in caso di aggressione. La Finlandia ha già rotto gli indugi, la Svezia probabilmente lo farà a breve. Si tratta, in entrambi i casi, di democrazie storiche e consolidate e io credo che non ci saranno problemi ad accoglierle nell’Alleanza. Dobbiamo però mantenere alta l’attenzione. Perché un Putin che viene messo all’angolo, e che viene umiliato, è un Putin pericoloso che può portare a un’escalation del conflitto e a considerare concretamente l’utilizzo di un’arma nucleare tattica per terrorizzare l’Occidente. E questo non possiamo permetterlo.

FONDIAMO

Durante questo mese ho avuto il piacere di ricominciare gli incontri formativi-informativi di FondiAmo. Ho potuto parlare di fondi europei con i cittadini di Civitanova Marche, di Narni, di Pitigliano, di Viterbo e di Rieti. Spero di avere occasione per organizzare eventi del mio format anche in molti altri comuni perché i fondi europei rappresentano una risorsa strategica per i nostri territori, possono e devono diventare una leva importante per il rilancio della nostra economia. Quest’anno ci siamo focalizzati sul PNRR perché non si può certo tacere sull’innegabile importanza che riveste per il rilancio della nostra economia, vessata da ormai due anni di pandemia. 

In particolare, a Pistoia ci siamo concentrati sul settore florovivaistico, di cui la città è leader in Italia e tra le più conosciute in tutta Europa. A Narni, invece, abbiamo voluto mettere al centro della discussione i settori della cultura, del teatro e dell’audiovisuale. 

Il fine principale di FondiAmo è quello di fornire ai partecipanti che intervengono, che siano essi artigiani, agricoltori, piccoli e medi imprenditori, studenti), gli strumenti e le tecnicità necessarie per comprendere al meglio come e dove i fondi europei possono essere reperiti e sfruttati all’interno delle nostre realtà territoriali. Fondi che derivano, peraltro, da parte della nostra IVA, dalle tariffe doganali comuni e dalle contribuzioni dirette dell’Italia al bilancio dell’Unione Europea, quindi anche dalle nostre tasche.

IL RACCONTO DI APRILE

Carissimi, in questo mese abbiamo continuato a parlare della guerra in Ucraina, delle conseguenze per il nostro Paese, di quali possono essere le azioni da intraprendere per affrontare questo difficile momento. Qui trovate il racconto del mese di aprile, la missione in Polonia, al confine con l’Uvraina, i miei interventi in tv, l’importante ricorrenza del 25 aprile e molto altro. Buona lettura!

MISSIONE IN POLONIA

La guerra che sta flagellando l’Ucraina non si ferma. E non smette di preoccuparci, come singoli ma anche come comunità. Per questo motivo, sono andato personalmente in Polonia, nella città di Rzeszow, a pochi chilometri dal confine con l’Ucraina. Insieme agli straordinari volontari di Ethics Expo, di Colibrì Mantova e della Onlus Bambini nel Deserto, e con il prezioso supporto di Istrid abbiamo raggiunto la città polacca (dopo un percorso che per alcuni ha superato i 1800 km), per consegnare alle autorità ucraine della città di Leopoli (L’viv) una importante donazione, raccolta grazie alla generosità delle numerose realtà coinvolte, di antibiotici, analgesici, antisettici e di altro materiale medico e chirurgico di vario tipo, tra cui anche una ambulanza perfettamente equipaggiata e un intero laboratorio oftalmico. Il tutto è destinato agli ospedali e agli operatori sanitari ucraini che stanno sacrificandosi con una abnegazione straordinaria per assistere chi ha bisogno e soffre nei territori martoriati dalla guerra, in un contesto in cui scarseggiano, ogni giorno di più, le scorte di presidi sanitari e le condizioni per assistere i malati sono sempre più disperate, per non dire disumane. 

È difficile trovare parole esatte per descrivere le tante sensazioni che ho percepito mentre mi avvicinavo alla frontiera, e ancor di più quello che ho provato quando ho avuto l’onore di incontrare una trentina di dottoresse e infermiere ucraine, accompagnate dai loro bimbi, venute a formarsi in Polonia sulla gestione dell’emergenza: paura, sconforto, senso di fragilità, ma anche la volontà di affrontare questa prova terribile e atroce con coraggio, e di alimentare il tentativo di guardare al futuro senza spegnere la luce della speranza.

E quella speranza dipende anche dalla nostra solidarietà, dal nostro essere capaci di sostenere fraternamente chi oggi ha bisogno di noi, del nostro conforto ma anche delle nostre azioni concrete, che valgono sempre più di mille parole. Possiamo e dobbiamo fare di più soprattutto come Europa, restando uniti e compatti contro la violenza e la scelleratezza di chi ha prodotto questa assurda guerra fratricida di invasione, spingendo con tutte le nostre forze per una soluzione diplomatica e negoziale, e aprendo le nostre porte e il nostro cuore a chi ha bisogno del nostro aiuto, in questa guerra come IN TUTTE LE GUERRE, perché a differenza di altri io ribadisco, in coerenza con quanto fatto in questi anni, che non esistono profughi e rifugiati di serie A o di serie B, e che l’unica razza che esiste per me è quella umana. 

Sono già al lavoro, per quanto mi sarà possibile, per dare il mio contributo nel facilitare la raccolta di ulteriore materiale sanitario di prima necessità e portare di nuovo insieme ai volontari una seconda e spero ancora più consistente donazione nelle prossime settimane.

RAPPORTO EUROLAT E CORNO D’AFRICA

Cari amici, con grande soddisfazione vorrei condividere con voi due traguardi raggiunti e per me molto importanti: la commissione politica di Eurolat ha votato e approvato il mio rapporto sulla “Cooperazione in materia di giustizia penale nell’Unione europea e in America Latina”. Ricordo con piacere quando lo presentai, a Panama, nel 2019. Ora, il percorso si è concluso con successo dopo l’approvazione degli emendamenti. Nel testo ho sottolineato l’importanza di creare un solido asse tra l’Unione Europea e i Paesi dell’America Latina, cercando una cooperazione che riguardi non solo il piano politico ed economico, ma anche quello giudiziario.

Inoltre, ho presentato il mio rapporto sul Corno D’Africa in Commissione Esteri del Parlamento Europeo e ora inizia l’iter di approvazione.

L’area del Corno d’Africa è decisiva per il futuro dell’Unione Europea. Si tratta di una regione di enorme importanza strategica, anche per mettere in sicurezza i traffici commerciali nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, ma anche di uno dei territori più fragili e instabili del continente africano. Per questo è fondamentale che l’Europa condivida le migliori pratiche in materia di integrazione delle questioni economiche, finanziarie, sociali, culturali e di sicurezza, riconoscendo pienamente l’importanza di questa regione che comprende Eritrea, Etiopia, Gibuti, Somalia, Kenya, Sudan, Sud Sudan e Uganda.

Nel progetto di relazione sulle relazioni strategiche e il partenariato dell’UE con il Corno d’Africa ho chiesto che l’Unione riconosca pienamente l’importanza di questa regione.

Se ci facciamo promotori di una nuova stagione di sviluppo e pace ci sarebbero, è chiaro, ricadute positive anche sul nostro Paese. L’Unione europea però deve mettere alle spalle un approccio paternalistico e proporre soluzioni africane per gli africani promuovendo, per esempio, progetti capillari che migliorino, in un clima di collaborazione reciproca, la qualità della vita delle comunità locali, che contrastino le carestie e aiutino nella risoluzione diplomatica dei conflitti che affliggono la regione.

Posso assicurarvi che continuerò a battermi per questa prospettiva, per realizzare una strategia inclusiva, sostenibile e rispettosa dei diritti umani.

25 APRILE

La Liberazione non è solo la pagina fondante della nostra Storia repubblicana, ma soprattutto un esercizio di memoria quotidiano al quale nessuno deve sottrarsi, perché non può creare divisioni. È un sentiero che segna ancora oggi la via della democrazia. Il 25 aprile ho avuto il piacere e l’onore di ricordare la strenua lotta contro l’occupazione nazifascista di un quartiere tra i più combattivi di Roma. Insieme al presidente Conte, all’amica Paola Taverna e ai tanti amici del M5S ho reso omaggio a donne e uomini, giovani e anziani che, negli anni più cupi conosciuti dal nostro Paese, scelsero la lotta partigiana per liberare l’Italia dall’oppressione e consegnarla alla vita democratica. Fu una scelta che molti pagarono sulla propria pelle, come accaduto a quasi 700 persone deportate in Germania a seguito del rastrellamento dei soldati nazisti proprio al Quadraro, nella periferia sud-est di Roma, nell’aprile del 1944. Per questo motivo, nel 77esimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo, ho omaggiato il monumento che ricorda i rastrellati di quella zona della nostra Capitale. Perché in Italia è 25 aprile ogni giorno, perché 25 aprile significa Liberazione e Libertà.

MONDIALI DI WAKEBOARD

I Mondiali di Wakeboard, che si terranno dl 25 al 30 luglio al CNVS Wave del Lago del Salto, rappresentano una meravigliosa sintesi tra sport, natura, storia e innovazione e, per me, la gioia di veder valorizzato un territorio al quale sono profondamente legato. La manifestazione è stata presentata alla sede al Foro Italico del CONI nel corso di una conferenza stampa. L’assegnazione all’Italia è arrivata a coronamento del grandissimo lavoro della Federazione Italiana Sci Nautico Wakeboard e Surf che ha portato negli anni la nostra nazionale ad essere nove volte consecutive campione d’Europa e tra le prime tre al mondo.

Durante la conferenza stampa ho annunciato che, con ogni probabilità, otterremo per la manifestazione sportiva anche il patrocinio del Parlamento europeo. Un segnale che conferma quanto i valori dello sport siano, di fatto, anche i valori europei perché incarnano lo spirito universale di una sana competizione e della cultura del dialogo della quale, mai come oggi, abbiamo veramente bisogno. Siamo pronti a organizzare e vivere un evento memorabile: vi aspettiamo quest’estate!

PLENARIA – INTERVENTO SULLA CINA

La Cina deve smettere con il suo atteggiamento ambiguo nei confronti della Russia. Per questo, in un intervento nella scorsa Plenaria del Parlamento europeo ho sottolineato il mio apprezzamentoHo apprezzato l’approccio dell’Ue al Summit UE-Cina, un incontro difficile a cui siamo arrivati, non dimentichiamolo, con molti europarlamentari ancora oggetto delle sanzioni di Pechino e in un contesto internazionale estremamente complesso. L’elefante nella stanza è stato, ovviamente, l’invasione russa dell’Ucraina con l’appello dell’Unione europea affinché la Cina fosse d’aiuto per porre fine al conflitto e l’ambiguità di Pechino che ha fornito risposte evasive e nessuna esplicita rassicurazione. Come politici abbiamo il dovere di dire le cose come stanno e quello che vedo da parte della Cina è un atteggiamento attendista ed una mancanza di volontà di assumere una posizione chiara che non fa altro che aiutare Putin a guadagnare tempo per continuare a portare avanti la propria sanguinosa aggressione contro l’Ucraina e cambiare i confini con la forza bruta. L’UE deve continuare insistentemente a chiedere che Pechino abbandoni quest’ambiguità, poiché il passo tra un silenzio colpevole e l’essere complici è breve e quest’atteggiamento non è compatibile con le aspirazioni autoproclamate della Cina di essere un attore globale di pace e di stabilità. Se la Cina vuole essere dalla parte giusta della storia deve prendere una decisione ora”, 

TRASMISSIONI

COFFEE BREAK – 2 APRILE

La situazione in cui ci troviamo è frutto degli errori delle politiche del passato. Su questo, purtroppo, non c’è alcun dubbio. Oggi siamo dipendenti per il 40% dal gas russo. Un dato inaccettabile per un semplice motivo: la percentuale sarebbe potuta essere decisamente inferiore se negli anni passati fossero stati fatti investimenti mirati. Ora siamo in ritardo, è vero, ma non per questo inermi. Abbiamo gli strumenti, abbiamo le idee, serve solo la volontà. Si investa subito massicciamente nelle rinnovabili, si dia il via alla realizzazione di un Energy Recovery Fund, come proposto dal Movimento 5 Stelle. Non c’è tempo da perdere!

IL RACCONTO DI MARZO

Carissimi, qui trovate il racconto del mese di marzo, un mese che purtroppo è stato segnato dal tragico persistere dal conflitto in Ucraina. Vi racconto cosa è successo, quali obiettivi abbiamo raggiunto e come stiamo lavorando con l’attenzione sempre rivolta a quello che sta succedendo nel cuore d’Europa.

Buona lettura a tutti.

GIUSEPPE CONTE LEADER

Il 10 e l’11 marzo, tutti gli iscritti al Movimento 5 Stelle sono stati chiamati a votare nuovamente lo Statuto e la nostra meravigliosa comunità ha ribadito in maniera compatta, che vuole andare avanti insieme a Giuseppe Conte. Il SÌ ha stravinto col 91% dei voti. Questo vuol dire che la nostra volontà è di andare avanti in un percorso partecipato, ampio, condiviso, con una struttura che sia in grado di abbracciare e sviluppare tutti i temi che i cittadini ci chiedono di portare avanti.

Ora, più uniti di prima, concentriamoci sulle priorità del Paese: gli sforzi diplomatici per risolvere la crisi Ucraina, il contrasto al caro energia, il sostegno alle nostre famiglie e alle nostre imprese, il rilancio della nostra economia, la transizione ecologica e la lotta alle diseguaglianze.

Come ricordo spesso, infatti, democrazia è partecipazione ed è la base del nostro Movimento che ha sempre condiviso ogni scelta fondamentale e ogni passo in avanti con la nostra comunità.

Ora non possiamo permetterci di perdere ulteriore tempo, soprattutto perché stiamo attraversando un momento storico estremamente delicato e di forte crisi, e c’è quindi bisogno che la leadership e la struttura della prima forza politica in Parlamento non incontri ulteriori ostacoli nel proprio lavoro a causa di paradossali cavilli burocratici. 

UCRAINA

Durante la seduta plenaria del Parlamento europeo del primo marzo, ho potuto ascoltare le parole accorate del Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. E’ stato importante, per me, poter intervenire a mia volta per sottolineare che, in quell’occasione, il Parlamento europeo non si limitasse a condannare un’aggressione ingiustificabile ma affrontasse, unito, l’invasione criminale di un regime autoritario contro il diritto internazionale, i nostri principi, i nostri valori, quindi contro tutti noi. La cinica scommessa di Putin presuppone che la democrazia ucraina venga rovesciata attraverso le sue divisioni interne, ma anche che porti altre divisioni non meno pericolose, attraverso la propaganda e la paura, all’interno dei nostri Paesi e tra i nostri popoli.

Il nostro dovere inderogabile è quello di assicurarci che fallisca, grazie anche al nostro sostegno risoluto all’eroica resistenza dell’Ucraina e al suo riconoscimento ufficiale come candidato all’UE, e con l’adozione immediata di un nuovo pacchetto di solidarietà, basato sui comuni legami europei. Inoltre, ho ribadito in quell’occasione, dobbiamo sostenere immediatamente le nostre aziende e le nostre famiglie che subiranno le terribili conseguenze delle doverose serie di sanzioni volte a portare Mosca al tavolo dei negoziati. Questa non è la guerra di tutti i russi, questo è un crimine perpetrato da un solo tiranno e dai suoi complici. Migliaia di cittadini stanno coraggiosamente scendendo in strada per gridare il loro chiaro no, rischiando la vita per opporsi ai suoi vaneggiamenti imperialistici e meritano il nostro pieno sostegno. Questa minaccia esistenziale è un momento cruciale della nostra storia e richiede sforzi eccezionali se vogliamo veramente proteggere la pace, la democrazia e il nostro destino comune. A volte ci vuole coraggio per crescere e diventare chi siamo veramente.

MYANMAR

Durante la seduta plenaria del Parlamento Europeo sono intervenuto sulla situazione esistente in Myanmar. Perchè i recenti eventi che coinvolgono l’Ucraina rendono evidente che stiamo fronteggiando una battaglia globale: le democrazie contro gli autoritarismi, lo stato di diritto contro la legge del potere e il rispetto dei diritti umani contro la loro totale violazione. Si tratta di una guerra combattuta in luoghi differenti e in modo diverso e l’invasione dell’Ucraina ne è solo l’esempio più evidente.

Uno dei campi di battaglia è il Myanmar. Sin dal colpo di stato del Febbraio del 2021, la situazione è continuamente peggiorata: 1.500 civili sono stati uccisi, 12.000 arrestati, 84 condannati a morte. Numeri che fanno tornare in vita i fantasmi del passato. Cina e Russia hanno preso una posizione chiara in questo conflitto: hanno bloccato ogni tentativo di risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, hanno legittimato la Giunta militare che sostiene Putin nella guerra in Ucraina fornendogli anche i mezzi militari che vengono utilizzati nella repressione.

Le parole non servono, al contrario, servono azioni forti: misure nuove e stringenti, pressioni internazionali coordinate, il riferimento della situazione alla Corte di Giustizia Internazionale e l’immediata sospensione del Myanmar dai framework del GSP e dell’EBA. È necessario utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione e restare uniti, perché la società civile non deve sentirsi abbandonata. Questa è una lotta per la democrazia che non possiamo rischiare di perdere.

EVENTO SU ENERGY RECOVERY FUND

Durante l’evento dal titolo “Più forte, più verde, più giusta: un patto nuovo per una nuova Europa”, organizzato dal Movimento 5 Stelle ho spiegato che, davanti alla guerra scatenata dalla Russia di Putin, che rappresenta la minaccia più grave dalla fine della Seconda Guerra mondiale, è nostro dovere riavviare il cantiere dell’integrazione europea nei settori dell’energia, ambiente, sociale, sicurezza e difesa. Dobbiamo costruire l’Europa politica che oggi manca e per far ciò, prendendo le mosse dall’architettura collaudata con il Next Generation EU, il Movimento 5 Stelle propone la creazione di un ‘Energy Recovery Fund’, un pacchetto di misure straordinarie, anche compensative, per tutelare le famiglie e le filiere più colpite dall’aumento dell’energia e delle materie prime, e per accelerare al massimo lo sviluppo delle rinnovabili, l’energia del futuro, per un’Europa strategicamente autonoma e indipendente dal gas russo.

L’articolo 122 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, infatti, permette alla Commissione di fornire assistenza finanziaria da parte dell’Unione agli Stati membri, nel caso in cui l’approvvigionamento di determinati prodotti si renda particolarmente difficile, in particolare nel settore dell’energia, anche attraverso una nuova emissione di debito comune. Prolungare la sospensione del Patto di Stabilità e Crescita non è sufficiente: il nostro obiettivo è pervenire a un definitivo superamento dei suoi steccati ideologici, poiché sfide epocali richiedono risposte altrettanto epocali, e solo un rinnovato Patto di Solidarietà e di Sviluppo può fornirci gli strumenti necessari a fronteggiare le minacce di fronte a noi, promuovendo un’economia pienamente al servizio dei cittadini e il rilancio di una convergenza economica e sociale verso l’alto.

Questo Patto di Solidarietà e di Sviluppo dovrà prevedere lo scorporo dal calcolo del pareggio di bilancio di tutti gli investimenti produttivi nazionali destinati alla transizione energetica, al green e alla protezione dei beni pubblici europei.

FINE VITA

Il ddl sul fine vita è stato approvato riempiendo, quel vuoto normativo che la stessa Corte Costituzionale, già nel 2018, aveva denunciato. È un importante passo in avanti che abbiamo fatto per rendere questo Paese più civile, nonostante in molti abbiano remato contro con evidenti preferenze medioevali. Il MoVimento 5 stelle si è sempre impegnato, in questi anni, per arrivare a una legge che consenta a chi è afflitto da sofferenze intollerabili di porre fine dignitosamente alla propria vita, circondato all’affetto dei propri cari e assistito dal Servizio sanitario nazionale. 

Questo voto è la testimonianza che la Politica si è comportata responsabilmente, rispondendo a una richiesta di intervento precisa avanzata dagli italiani su questa tematica. Ed è un risultato che è stato possibile raggiungere proprio grazie alle battaglie dei singoli, alla mobilitazione dei cittadini, grazie al milione e duecento firme del referendum.

Il grido degli italiani è stato ascoltato e raccolto. Adesso è importante che anche il Senato faccia la propria parte. Continuiamo a essere al fianco dei cittadini, soprattutto dei più deboli e di coloro che, in condizioni di estrema sofferenza, chiedono di porre fine alle proprie sofferenze in modo libero e dignitoso. Questo deve essere il nostro compito.

EVENTO GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA

Il 22 marzo ricorre la Giornata mondiale dell’acqua. In questa occasione ho avuto l’onore di partecipare all’evento organizzato dall’Agorà degli abitanti della Terra che ha riunito, virtualmente, un gruppo di europarlamentari provenienti da diversi paesi del mondo. In questa occasione, ho ribadito la ferma convinzione, mia e di tutto il Movimento Cinque Stelle, che l’accesso all’acqua rappresenti un diritto umano fondamentale che dovrebbe essere gestito dal popolo e per il popolo, non per i profitti.

Le Nazioni Unite dicono che l’acqua è una delle basi imprescindibili e insostituibili della nostra società e del nostro sforzo verso un’economia sostenibile. Come M5S, infatti, ci siamo sempre battuti affinché l’acqua fosse un diritto per tutti poiché acqua e giustizia sono intrinsecamente legate e indipendenti, la protezione dell’una non può prescindere dalla promozione dell’altra. Il pericolo che incombe su questa preziosa risorsa è il trasferimento del suo controllo al settore privato: è un pericolo reale così come lo è la volontà di massimizzare il profitto invece di servire il bene pubblico. Non possiamo accettare di vivere in un mondo nel quale siano potenti attori economici a far crescere il prezzo di un bene comune che dovrebbe servire solo a soddisfare un bisogno primario, tanto più considerando che ancora al giorno d’oggi, nel nostro pianeta, almeno 2 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile.

La nostra richiesta, dunque, è la fine della monetizzazione della natura su scala globale, l’istituzione di un Consiglio internazionale dei cittadini per monitorare e proporre misure legislative sulla sicurezza idrica globale e la convocazione di una Conferenza internazionale, nel 2025, per la riforma del sistema finanziario. Sviluppare un’alternativa democratica al capitalismo finanziario e allo sfruttamento di risorse vitali come l’acqua è un processo che non può realizzarsi dall’oggi al domani: la linea di fondo, però, deve e dovrà continuare a essere la determinata difesa del principio secondo il quale le risorse idriche, per la loro stessa natura pubblica, richiedono una supervisione pubblica per garantire che le persone e le comunità vengano sempre tutelate, e non certo i profitti di pochi. 

IL RACCONTO DI GENNAIO E FEBBRAIO

Carissimi,

Gli eventi tragici di questi giorni in Ucraina destano forte preoccupazione in tutti noi. Nelle ultime settimane ho affrontato più volte la questione, analizzandola da diversi punti di vista. Con il racconto di questi ultimi due mesi, esprimo anche la mia vicinanza ai cittadini ucraini vittime del conflitto. Buona lettura a tutti.

CRISI UCRAINA

Purtroppo, dopo settimane in cui abbiamo sperato non accadesse, nella notte tra il 23 e il 24 febbraio Putin ha dato il via a una violenta e ingiustificata aggressione in Ucraina. Questo atto rischia di essere punto di non ritorno e dunque, come Ue e Nato dobbiamo rispondere con unita’ e determinazione. Lo scenario a cui assistiamo è apocalittico ed estremamente pericoloso e non possiamo che stringerci al fianco del popolo ucraino.

Quanto accaduto riporta il nostro Continente a confrontarsi con logiche che speravamo fossero state abbandonate con la fine della Seconda Guerra Mondiale. Ora la nostra unica possibilità sia di dimostrare unità e fermezza, proporzionate a un’aggressione totalmente ingiustificata e che non è stata provocata in alcun modo dal popolo ucraino e dalle sue autorità.

In gioco c’è una visione di ordine internazionale e dobbiamo assolutamente metterci nelle condizioni di poter rassicurare i Paesi europei che si trovano alle frontiere dell’Unione europea e della Nato perché in questo momento sono quelli più esposti e il nostro dovere è difendere chi combatte per la libertà.

Ma c’è anche un altro aspetto da considerare e cioè la crisi del gas che deriva da tutto questo e che quindi ha ragioni prettamente geopolitiche. Penso che l’Unione europea dovrebbe allargare il Next Generation Eu con uno stanziamento straordinario che venga utilizzato nei vari stati membri per proteggere le imprese e i cittadini europei dal rincaro dell’energia perché non siano loro a pagare.

GIU’ LE MANI DAL VINO ITALIANO

All’Europarlamento abbiamo combattuto una battaglia a difesa del vino italiano. “C’è differenza tra l’abuso di bevande alcoliche e il consumo moderato, nel solco della promozione di stili di vita sani ed equilibrati”. Lo si legge a chiare lettere nelle ultime modifiche al Piano di azione anti-cancro che abbiamo approvato all’Europarlamento, dopo che per alcuni giorni si è parlato, spesso impropriamente, di creare le condizioni per inserire in futuro un’etichettatura ingannevole e dannosa per le nostre (e non solo) eccellenze vinicole, come già sta accadendo per altri prodotti in Francia, in Belgio e nei vari paesi che hanno adottato l’assurdo e paradossale sistema Nutriscore.

Questo risultato è di fondamentale importanza per tutto il nostro settore vinicolo, per il nostro export, ma anche per i consumatori, italiani e non. Un risultato raggiunto grazie al duro lavoro di tutti, agli emendamenti che abbiamo firmato, al nostro peso all’interno dell’Europarlamento.

L’etichettatura futura dovrà essere concepita per promuovere un consumo responsabile e moderato, per prevenire l’abuso, non per squalificare i prodotti a prescindere creando campagne di terrore, perché il rischio di un bicchiere di vino a settimana non può essere certo equiparato a quello di una bottiglia a pasto.

I nostri tesori agroalimentari vanno sempre tutelati e valorizzati, e protetti da attacchi spesso strumentali che arrivano da chi guarda a ben altri interessi che quelli dei cittadini.

GIORNO DEL RICORDO

Un Paese che dimentica la sua Storia è un Paese senza cultura e identità. Per questo, è importante dare il giusto peso a una delle pagine più tristi e dolorose del nostro passato oggi, nel Giorno del Ricordo.

Il nostro pensiero va alle vittime delle Foibe, migliaia di italiani innocenti che hanno perso la vita al confine durante la follia della Seconda Guerra Mondiale. Così come alle centinaia di migliaia di nostri compatrioti che furono costretti ingiustamente ad abbandonare le loro case e la loro terra per sempre, nell’esodo giuliano-fiumano-dalmata, sradicando e cancellando l’identità di intere comunità italiane condannate, incolpevolmente, per crimini e responsabilità che non erano loro, ma degli opposti estremismi ideologici che uno dopo l’altro si sono abbattuti su di loro. L’insufficiente sostegno dello Stato e l’oblio dell’opinione pubblica che calò sul loro dramma, nei decenni seguenti, è stata la seconda, più atroce e ancora più ingiusta ferita che dovettero subire.

Erano i nostri nonni, bisnonni, sorelle e fratelli, genitori: oggi è il momento di ricordarli e di ricordare, affinché tali orrori non si ripetano mai più, e affinché queste povere anime si sentano meno sole.

LIBIA

Durante una seduta della commissione per gli Affari esteri in Parlamento europeo ho avuto modo di rivolgere le mie domande e considerazioni al direttore generale per il Medio Oriente e il Nord Africa del servizio europeo per l’azione esterna Fernando Gentilini. Ho sottolineato come  “la gestione delle elezioni in Libia nel 2014, purtroppo, invece di rinsaldare l’unità del paese ha finito per ottenere l’effetto contrario. Per questo, è auspicabile fare tutto ciò che è in nostro potere per evitare di commettere lo stesso errore: è necessario che il processo venga gestito in maniera inclusiva perché si dia al paese una stabilità e non si giunga, al contrario, ad un’ulteriore polarizzazione che potrebbe farlo ripiombare nella guerra civile.

Tenuto conto della situazione, ho chiesto al direttore generale “quali passi concreti preveda il SEAE per facilitare il dialogo rispetto ad un nuovo quadro giuridico per le elezioni ed una potenziale modifica della Costituzione, e per garantire una significativa partecipazione della società civile in questo processo e se ci possano essere le condizioni materiali e di sicurezza necessarie per l’organizzazione di una vera e propria missione di osservazione elettorale dell’UE in vista delle elezioni posticipate”.

Infine, considerato che “le tensioni tra gruppi armati e i corpi paramilitari costituiscono una delle principali minacce per lo svolgimento pacifico delle elezioni, ho chiesto a Gentilini di capire quali sono le misure che “il SEAE prevede di mettere in campo per intensificare la collaborazione tra UE, la missione l’UNSMIL  e gli attori libici alfine di raggiungere progressi tangibili verso la riforma del settore della sicurezza e l’unificazione delle istituzioni di sicurezza in Libia, precondizioni per un processo elettorale di successo”.

HONG KONG

Quanto sta accadendo ad Hong Kong ci riempie di angoscia. La vediamo cedere, sempre di più, sotto i colpi di Pechino, che incessantemente e con metodo quasi scientifico attacca e limita la libertà dei media, della società civile e delle organizzazioni internazionali, lasciando veramente pochi dubbi su quale sia il suo obiettivo finale. Ne ho parlato durante la seduta plenaria del Parlamento Europeo. Abbiamo pochissimi strumenti per supportare Hong Kong in questa improba contesa, ed è per questo che dobbiamo usarli al meglio.

Dobbiamo sollevare la questione in tutti gli incontri diplomatici, sia a livello bilaterale che multilaterale, senza esitare ad usare anche la leva commerciale per ottenere risultati concreti. Dobbiamo ottenere, quanto prima e in quanto richiesto dalla risoluzione in voto, forti sanzioni mirate e rendere inequivocabile che l’approvazione dell’accordo sugli investimenti non potrà mai avvenire fino a quando non ci saranno chiari segnali di miglioramento nella situazione di Hong Kong e dei diritti umani in generale.

La pressione economica e politica cinese è tremenda, ma proprio per questo servono la nostra solidarietà e la nostra comunità d’intenti per proteggere chi oggi non ha più voce. L’Europa che vogliamo, l’Europa per cui ci battiamo non potrà mai essere un’Europa forte con i deboli e debole con i forti.

LEGGE SULLE LOBBY

Gennaio ci ha visti raggiungere un grande obiettivo: la Camera dei deputati ha approvato la legge voluta dal Movimento 5 Stelle, con prima firma del mio caro amico Francesco Silvestri e con la mia cara amica Vittoria Baldino come relatrice, per regolamentare finalmente l’attività di lobbying dopo anni di attesa di un provvedimento del genere.

L’approvazione è avvenuta senza voti contrari e l’auspicio è che le forze politiche manifestino la stessa sensibilità anche al Senato portandoci presto al via libera definitivo.

È infatti importante garantire nel più breve tempo possibile la trasparenza che i cittadini chiedono nei processi decisionali pubblici, con norme chiare e con un registro nazionale dei lobbisti che non lasci spazio a confusione tra gli interessi di qualcuno e gli interessi collettivi.

Un elemento fondamentale per affrontare al meglio la stagione di riforme e di grandi opere che stiamo avviando grazie al Recovery Plan.

CIAO DAVID

Gennaio si è portato via una persona di grande valore che tanto ha fatto per la nostra Europa. Come tutti avrete sicuramente saputo abbiamo detto addio al presidente dell’Europarlamento David Sassoli. Nel suo ultimo discorso diceva: “L’Europa deve essere leale con i suoi cittadini. Un’Europa che protegge e un’Europa che sia faro”. In queste parole, così come in quelle pronunciate in suo ricordo ritornano spesso la gentilezza, l’impegno politico, la serietà e i valori che hanno contraddistinto la sua azione politica e tutta la sua vita.Ho avuto l’onore e il piacere di condividere insieme a lui otto intensi e bellissimi anni a Bruxelles, ma soprattutto quattro anni insieme nell’ufficio di presidenza, prima come colleghi Vicepresidenti e poi affiancandolo durante la Presidenza, sconvolta dalla tragedia della pandemia.

Mi mancheranno le nostre lunghe chiacchierate sul futuro dell’Europa, quell’Europa che  abbiamo sempre immaginato come un grande “spazio aperto, partecipato e solidale”, e sulle riforme che avrebbe voluto implementare insieme per rafforzare le competenze e l’autorevolezza del nostro Parlamento europeo. Le sue analisi sempre profonde e acute, il suo sorriso sincero e lo stile da gentiluomo di altri tempi che lo caratterizzava così tanto e che tutti, amici e avversari, hanno sempre riconosciuto, la serenità e l’equilibrio con cui riusciva ad affrontare le situazioni più complesse e delicate rimarranno come un fervido ricordo.

Oggi piangiamo un grande leader europeista, che ha lottato per i suoi principi senza mai risparmiarsi, un appassionato amante della Politica con la P maiuscola, e io piango un caro amico, stringendomi al dolore della moglie, dei figli, dello staff e di tutti i suoi cari.

Ci lascia una grande eredità da custodire gelosamente, per portare a compimento quel grande processo di riforma e di rilancio dell’Unione che ha sempre appassionatamente promosso e sostenuto.

I MIEI AUGURI DI BUONE FESTE

Carissimi,

Gli ultimi due mesi sono stati davvero intensi per quanto riguarda l’attività qui a Bruxelles. Abbiamo analizzato e discusso in merito alla situazione in Bielorussia e in Somalia, abbiamo discusso in seduta Plenaria di quanto accade in Serbia, e abbiamo anche parlato della criminalità organizzata all’interno dei confini europei. Con il racconto degli ultimi 60 giorni, vi auguro dal profondo del cuore Buone Feste!

LA CRIMINILITA’ ORGANIZZATA

La criminalità organizzata non conosce barriere e confini, e solo se saremo in grado di trovare soluzioni concrete ai problemi che affliggono i Balcani occidentali potremo garantire la nostra stessa sicurezza.

Per farlo, occorrerà innanzitutto favorire la cooperazione transnazionale sia su base regionale che con gli Stati membri dell’Ue, anche attraverso il rilancio delle varie iniziative intergovernative esistenti.

Sarà poi necessario procedere speditamente verso la piena partecipazione del Kosovo alle attività di Europol e Frontex, trasformando i Working Arrangements esistenti in veri e propri Framework Agreements. Allo stesso modo, dovremo continuare a facilitare il dialogo tra Belgrado e Pristina per permettere l’ingresso del Kosovo in Interpol, stimolando così lo scambio di informazioni e di best practices necessario per apportare soluzioni tanto nel breve, quanto nel lungo periodo.

COSA SUCCEDE IN SERBIA?

Sono 750, per lo più vietnamiti. Lavorano alla costruzione di una fabbrica di pneumatici e vivono in condizioni da incubo. L’inverno è alle porte e non ci sono né riscaldamento né vestiti pesanti. Tanti vorrebbero tornare a casa loro, in Vietnam, ma non possono perchè gli sono stati ritirati persino i documenti. Si tratta di quella che viene definita “schiavitù moderna”.


Non stiamo parlando di qualche situazione drammatica dall’altra parte del mondo ma della Serbia, nel cuore dell’Europa.
La partnership sino-serba è fiorita negli ultimi anni, ma nasconde un lato oscuro nella forma di vistose violazioni ambientali e dei diritti dei lavoratori.


Sottoscrivendo il processo di adesione, processo che io sostengo pienamente, la Serbia ha accolto specifici obblighi ambientali e sociali che devono essere rispettati: dobbiamo ricordarlo con fermezza.

UNIONE DIFESA: PROCEDIAMO RAPIDI

Per poter contrastare le minacce transnazionali, ibride e multiformi ed evitare che l’Europa e il suo vicinato divengano la scacchiera nella quale altri attori giocano le proprie partite a nostro discapito è necessario orchestrare risposte che nessun Paese potrebbero mettere in campo individualmente.

Pertanto, ritengo necessaria la messa in comune di risorse, capacità e volontà politica in ottica europea, mirando a fornire all’Unione gli strumenti politici, finanziari e militari necessari affinché essa divenga un vero e proprio player su scala regionale e globale.

IL TRATTATO DEL QUIRINALE

Il 26 novembre, al Quirinale, è stato firmato il trattato bilaterale di cooperazione rafforzata tra Italia e Francia che getta le basi per la costruzione dell’Europa del futuro che dovrà essere sempre più equa, solidale e aperta al confronto con i cittadini. Il riferimento a un’Europa più sociale, presente nell’articolo 5 del trattato, è una delle bussole principali che dovrà orientare le future scelte politiche.

Italia e Francia sono due Paesi fondatori dell’UE legati da una amicizia fraterna e da comuni obiettivi politici, tra cui la volontà di rendere permanente l’emissione di debito comune, inaugurata con il Next Generation EU, e la richiesta di riformare profondamente il Patto di Stabilità, liberando gli investimenti verdi e quelli per il sociale attraverso l’introduzione della golden rule.

Il Trattato del Quirinale prevede, inoltre, il rafforzamento della cooperazione nell’ambito della difesa, tanto per rinsaldare il pilastro europeo della NATO, quanto per rilanciare una vera Unione Europea della Difesa, nonché il sostegno a una politica europea di migrazione e asilo e politiche di integrazione basate sui principi di responsabilità e solidarietà condivise, iniziative e proposte politiche che sono da sempre nel dna del Movimento 5 Stelle. Dalla ricerca allo spazio, dall’educazione ai giovani e alla cultura, tanti sono i temi in cui gli sforzi congiunti potranno essere decisivi: sono e siamo certi che il semestre di presidenza francese dell’Unione, che inizierà il 1 gennaio 2022 saprà affrontarli tutti nel solco del Trattato siglato oggi. Le sfide che ci attendono sono enormi e solo con unità e ambizione potremo vincerle.

SOMALIA

Nonostante tutti gli sforzi dell’Unione europea e dell’Onu in questi anni per la ricostruzione e la stabilizzazione politica della Somalia, purtroppo questo sventurato Paese è ancora oggi dilaniato da violenza, terrorismo jihadista, carestie, malnutrizione, corruzione e atti di criminalità. Dobbiamo garantire che le elezioni non siano ritardate oltre la data di dicembre altrimenti questo fornirebbe ancora più spazio ad Al-Shabaab per riguadagnare terreno ed influenza ma dobbiamo anche riflettere sull’imminente scadenza del mandato dell’AMISOM per pensare a come possiamo garantire, aiutare a costruire sicurezza in Somalia. Dobbiamo avere un approccio realistico ed accessibile, che spinga per un maggior coinvolgimento dell’Onu ma che debba anche cercare di garantire che venga fornita una sicurezza somala rispettosa dei diritti umani, capace di fornire ‘soluzioni concrete agli africani per problemi africani’, proteggere giornalisti e difensori dei diritti umani, impedire che i bambini somali siano condannati a essere bambini soldato o a morire di fame. Questo è quello che dobbiamo realizzare stando al fianco delle comunità locali, stando al fianco della società civile e di tutti coloro che non vogliono che la Somalia diventi uno stato fallito.

VISION MED 2021

A metà del mese di Novembre ho partecipato all’evento Vision Med 2030’ che riunisce diverse organizzazioni della società civile che immaginano e auspicano il Mediterraneo diventi uno spazio federato e integrato con l’Europa. Ho avuto modo di esprimere il mio pensiero riguardo all’integrazione regionale mediterranea che riveste, per l’Unione europea, una notevole rilevanza strategica e rappresenta, per i paesi coinvolti, uno strumento per costruire economie inclusive, resilienti e sostenibili in linea con l’Agenda 2030. Tuttavia, il futuro del Mediterraneo e delle sue relazioni con l’Europa non è predeterminato.

E’ possibile immaginare futuri diversi per la regione e questo dipende davvero da noi: supporre che il cambiamento sia possibile è il primo passo per indurre i decisori e le parti interessate ad agire insieme per evitare scenari che minano i loro interessi e i loro stessi valori. Sono convinto ha che se l’UE e i suoi partner vogliono rilanciare la cooperazione e l’integrazione euromediterranea,  dovranno rivedere radicalmente il loro approccio attuale. L’approccio ai problemi regionali dovrà essere adattato alle realtà locali, non ai calcoli a breve termine. L’UE e i suoi partner devono ascoltare le popolazioni dei paesi del sud del Mediterraneo, che chiedono una buona governance, sistemi rappresentativi e Stati funzionanti”.

IMPRESA E DIRITTI UMANI

In occasione della Presentazione del Rapporto annuale del Comitato interministeriale per i diritti umani “Impresa e diritti umani”, che si è svolto in Senato, ho potuto prendere la parola spiegando che la globalizzazione senza regole dell’attività imprenditoriale ha aggravato l’incidenza negativa sui diritti umani perché le grandi imprese multinazionali che operano su scala globale non sono responsabili di nulla poiché tecnicamente non producono nulla. I loro fornitori possono tranquillamente violare i diritti umani o distruggere l’ambiente senza dover rendere conto a nessuno. Dunque, per essere veramente efficaci, le normative sulla due diligence non dovranno pertanto essere circoscritte all’attività della singola impresa, ma dovranno essere in grado di ricostruire e monitorare l’attività dei fornitori, dei subappaltatori e delle imprese partecipate di ciascuna azienda obbligata.

Ho ricordato la risoluzione del Parlamento Europeo nel contesto della preparazione da parte della Commissione di un disegno di legge sulla due diligence obbligatoria in Europa. L’Europa è il più grande mercato e la più grande potenza commerciale del mondo. Abbiamo tutti gli strumenti per fare la differenza su scala globale e abbiamo la responsabilità di dimostrare che il commercio e i diritti umani possono rafforzarsi a vicenda e che la comunità imprenditoriale può altresì svolgere un ruolo importante offrendo incentivi alla promozione dei diritti umani, della democrazia, delle norme ambientali e della responsabilità sociale delle imprese.

IL RACCONTO DI OTTOBRE 2021

Carissimi,

Ottobre è stato un mese importante per la politica estera dell’Unione. Abbiamo affrontato dibattiti davvero significativi per le nostre istituzioni, come quello sulla Tunisia o sull’allargamento dell’UE ai Balcani Occidentali. Il Castaldo Con Te di questo mese troverete un ampio racconto di delle ultime intense settimane, buona lettura!

TUNISIA

La nomina di un nuovo governo con Najila Bouden, prima donna a ricoprire l’incarico di primo ministro nella storia del paese e del mondo arabo, dovrebbe essere una bellissima notizia. Eppure, credo come molti colleghi, non posso che essere preoccupato. Preoccupato perché il Parlamento tunisino è “congelato” e non potrà esprimere un voto di fiducia.

Chi vigilerà, poi, sulla legittimità dei decreti emessi dal presidente? La Corte Costituzionale non è mai stata istituita nonostante tutte le nostre raccomandazioni. Comprendiamo bene la gravissima situazione sanitaria, economica e sociale in cui versa la Tunisia, le persistenti difficoltà politiche e la corruzione.

Ecco perché da sincero e affezionato amico del popolo tunisino chiedo alla Commissione e all’Alto Rappresentante di mantenere la nostra cooperazione e il nostro supporto ma rivolgo un accorato appello al presidente Saied affinché permetta il ripristino del Parlamento e l’istituzione della Corte Costituzionale perché la logica dell’emergenza non può giustificare la concentrazione, a tempo indeterminato e pur con le migliori intenzioni, di tutti i poteri dello stato nelle mani di una sola persona senza la presenza di contrappesi e tutele costituzionali.

La luce della Tunisia deve continuare a brillare e noi europei dobbiamo essere pronti a fare la nostra parte ma ricordare anche con sincera amicizia e rispetto che anche il fine più nobile non può giustificare i mezzi. W la democrazia tunisina.

BALCANI OCCIDENTALI

Il tema dell’allargamento dell’UE ai Balcani Occidentali rappresenta, per me, una questione molto importante perché L’Unione europea ha il dovere politico e morale di rispettare gli impegni presi con i governi e con i cittadini di Albania, Bosnia, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia. Per questo i veti sollevati da alcuni Paesi membri alla piena integrazione dei Balcani occidentali sono anacronistici e vanno respinti con forza.

Più volte mi è capitato di sollevare la questione. Per esempio, in una delle ultime riunione della commissione Afet ho affrontato il tema del Montenegro. In dettaglio, ho spiegato che nel 2018 la delegazione del Parlamento europeo relativa alla missione di osservazione elettorale per le elezioni presidenziali in Montenegro da me guidata ha sollevato una serie di preoccupazioni, oggi ancora valide, sull’elevato livello di polarizzazione politica nel Paese che ha sicuramente un impatto negativo sull’attuazione delle fondamentali riforme necessarie per avvicinarsi agli standard europei.

Dopo più di tre anni il clima politico del Montenegro continua a essere definito da molti osservatori “sempre più tossico”, con un’azione del governo che spesso sembra non andare nella direzione auspicata. Per questi motivi, ho chiesto all’Unione europea di sostenere e coinvolgere le autorità montenegrine in un processo virtuoso di riforme che riaccenda le speranze di un prossimo allargamento dell’Unione europea nei Balcani occidentali”

FERMIAMO L’EROSIONE DELLA LIBERTÀ E DELL’AUTONOMIA DELLE DONNE

Le interruzioni volontarie di gravidanza dovrebbero essere ovunque accessibili e sicure, e questo Parlamento lo ha riconosciuto più volte, definendo l’interferenza nell’accesso all’aborto come una grave violazione dei diritti umani. La legge texana depriva le donne della possibilità di decidere in autonomia sulla propria salute riproduttiva e sul proprio corpo. La disposizione più subdola permette persino a privati cittadini di diventare “vigilanti” e denunciare chiunque aiuti o agevoli un aborto, con “taglie” fino a 10 mila dollari e questo dimostra che questa legge non ha nulla a che vedere con la scienza, con l’etica, con la salute o con i diritti, ma con il potere e il controllo dell’autonomia corporea delle donne che si vuole schiacciare ed eliminare.

Questa disposizione limita, peraltro, l’applicazione della legge all’ambito civile, elude quindi il rischio di una dichiarazione di incostituzionalità, ai danni dello stato di diritto, e sta già aprendo, purtroppo, a un triste percorso per altri stati antiabortisti anche nella nostra Europa.

Come possiamo stare a guardare in silenzio mentre i governi ultra conservatori di uno dei nostri principali partner ed alleati spogliano le donne dei loro diritti fondamentali?  Dobbiamo unirci con forza  a tutti coloro che denunciano questo assalto senza precedenti ai diritti riproduttivi e mettere in moto tutti i nostri strumenti diplomatici per fermare l’erosione della libertà e all’autonomia delle donne. Perché di questo si parla: libertà, autonomia e difesa dei diritti umani.

LA CONFERENZA SUL FUTURO DELL’EUROPA

Il 25 ottobre si è riunita, a Strasburgo, la seconda assemblea plenaria della Conferenza sul futuro dell’Europa, la prima con la partecipazione dei cittadini insieme con eurodeputati, parlamentari nazionali e rappresentanti delle istituzioni Ue.

Da qui usciranno le proposte finali per riformare l’Unione europea, che è poi il grande obiettivo della Conferenza. Sono convinto che la Conferenza sul futuro dell’Europa sia un grande appuntamento di democrazia partecipativa che ha il pregio di cambiare l’approccio verso i cittadini che, per la prima volta, sono i protagonisti.

Ho fatto notare che, durante la prima riunione costitutiva dei gruppi di lavoro si è vista un po’ di confusione e la mancanza di un’agenda precisa. Credo che serva strutturare l’agenda per macro temi come già accade sulla piattaforma digitale della conferenza, cosi da proteggere i cittadini e non schiacciarli in un dibattito tra addetti ai lavori. Questa conferenza è necessaria se si vuole veramente instaurare una cultura della democrazia partecipativa che va non a sostituire ma a integrare e potenziare l’apporto irrinunciabile della democrazia rappresentativa. 

IL COMPLEANNO DEL M5S

Passo dopo passo, battaglia dopo battaglia, il 4 ottobre 2021 il Movimento 5 Stelle ha compiuto 12 anni. Sono stati anni bellissimi in cui abbiamo contribuito a cambiare il Paese e a non smettere mai di essere portavoce dei cittadini.

Il Movimento 5 Stelle ha rappresentato una rivoluzione nel nostro panorama politico e anche oggi che si appresta a un percorso nuovo sotto la guida di Giuseppe Conte, non intende mettere da parte i suoi valori fondanti per continuare a fare la differenza.

Auguri quindi a noi che abbiamo avuto l’onore di partecipare alla crescita di questa forza politica. E auguri a tutti quelli che continueranno a sognare con noi il cambiamento

IL RACCONTO DI SETTEMBRE 2021

Carissimi, 

Settembre è stato un mese in cui si è discusso di temi molto delicati e soprattutto mi sono trovato a trattare argomenti determinanti per il nostro Paese e per il nostro ruolo in Europa. Un mese durante il quale abbiamo parlato del Futuro dell’Unione a Ventotene, nel quale abbiamo affrontato la delicata situazione Afghana, e nel quale ho girato il territorio per confrontarmi con cittadini, piccoli e medi imprenditori, agricoltori e associazioni di categoria. In Castaldo Con Te di questo mese troverete un reso conto dettagliato di quanto accaduto, buona lettura!

AFGHANISTAN

“I Talebani cercano le persone casa per casa, puntando a esecuzioni mirate. La gente a Kabul è terrorizzata, tutti cercano di scappare”. Questo il grido d’allarme dell’Ambasciatore afghano all’ONU, Ghulam Isaczai, all’indomani della presa della capitale da parte delle milizie talebane. Ḗ passato solo un mese da allora, ma i riflettori sembrano già cominciare a spegnersi su una catastrofe umanitaria con pochi altri precedenti.

Insieme ad altri 76 colleghi che siedono oggi in quest’aula le abbiamo inviato una lettera per richiedere che l’Unione apra dei corridoi umanitari con l’Afghanistan, applicando la direttiva 55 del 2001 sulla protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati.

Se non vogliamo che la nostra ambizione di divenire un attore internazionale credibile che basa il suo operato sul rispetto dei diritti umani rimanga solo un concetto astratto, se non vogliamo che il prezzo più alto lo paghi chi ha collaborato con il nostro personale occidentale, le donne, i bambini, ogni soggetto fragile, serve coerenza, serve coraggio e serve ora, perché il tempo scorre veloce e contro di noi. Corridoi umanitari subito.

LIBANO

La vita, a Beirut così come in tutto il Libano, si è ridotta, per una popolazione in ginocchio fisicamente, mentalmente ed emotivamente a una mera la logica di sopravvivenza. I danni alla città e all’economia del paese causati dall’esplosione al porto di Beirut restano, oggi, incalcolabili. La situazione sanitaria, economica e sociale seguita a peggiorare mentre la classe politica e dirigente del paese rimane fin troppo impegnata nell’endemica lotta per la spartizione del potere.

No, il popolo libanese da sempre un grande esempio di solidarietà,  e lo abbiamo visto anche nella crisi siriana, davvero non lo merita. E se l’Unione vuole avere  un ruolo rilevante nella costruzione del futuro, dobbiamo farci portavoce delle legittime richieste della popolazione, trovare un sistema per controllare il flusso degli aiuti, e accertarci che gli impegni presi da questo nuovo governo vengano pienamente attuati. E anche, qualora gli attuali responsabili continuino a fare ostruzionismo sulle riforme e sulla lotta alla corruzione, adottare le sanzioni del quadro recentemente approvate, a partire dai responsabili dell’esplosione del porto.

Sarà fondamentale evitare i protagonismi di singoli Stati membri e seguire una linea comune, svolgere un ruolo costruttivo nel raggiungimento della stabilità e dell’unità del paese, per sostenere quel desiderio legittimo di giustizia sociale ed economica che spinge migliaia di persone a scendere oggi in piazza per garantire un futuro a sé stessi e ai propri figli.

GENOVA-SALONE NAUTICO

Il 20 settembre ho avuto l’onore di partecipare al 61° Salone Nautico di Genova, specchio di un mercato per il quale i dati di previsione dell’anno in corso, recentemente diffusi dall’Ufficio Studi di Confindustria Nautica, confermano un trend di crescita molto sostenuto.

Oggi la nautica, nell’intera filiera del mondo della blue economy del nostro Paese rappresenta l’8,5% del pil e, soprattutto, quasi un milione di occupati. Io credo che, contando anche le potenzialità inespresse in questo ambito, le possibili sinergie con il nostro straordinario patrimonio storico, archeologico, naturalistico, paesaggistico, la biodiversità che caratterizza la nostra penisola, possano ulteriormente crescere.

Perché ciò accada la politica deve farsi finalmente carico di proporre una visione strategica che sappia integrare i vari elementi e accompagnare quelle riforme che gravano su un comparto che ha un moltiplicatore elevatissimo, quasi due euro di ritorno per ogni euro investito. Il taglio della burocrazia ma anche il taglio degli oneri fiscali eccessivi, potrebbero eliminare delle vere e proprie zavorre che appesantiscono la nave della nautica italiana.

VENTOTENE: IL FUTURO DELL’UNIONE

Ottant’anni fa, a Ventotene, Altiero Spinelli e Ernesto Rossi con l’aiuto di Eugenio Colorni, scrissero un documento che avrebbe avuto un impatto dirompente sulla storia dell’Europa moderna e sulla nascente Unione Europea. Insieme a uomini e donne che si erano opposti ai regimi totalitari, come Umberto Terracini, Pietro Secchia, Camilla Ravera e Sandro Pertini e accomunati da un grande spirito di libertà e da un indomito desiderio di giustizia, si trovavano su un’isola che si trasformò da luogo di reclusione per indesiderabili, in luogo di riflessione e fucina di idee ove si cominciò a “tessere la trama del futuro”. Insieme con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ho potuto ricordare, nel giorno dell’80° anniversario, quel Manifesto che ispirò chi dovette ricostruire l’Europea dopo il terribile conflitto, idee che presero poi vita, con la nascita delle Comunità Europee prima e dell’Unione Europea poi, realizzando, almeno in parte, il sogno dei “rivoluzionari” di Ventotene. Purtroppo, però, il progetto per un “Europa Libera e Unita”, non ha trovato ancora la sua piena attuazione. Per questo, è dovere di tutti quelli che credono nei principi del Manifesto di Ventotene e lottano per il miglioramento dell’Unione Europea impegnarsi al massimo per rendere la Conferenza sul Futuro dell’Europa un successo e questo potrà accadere solo ed esclusivamente se riusciremo a coinvolgere in questo grande evento l’opinione pubblica, i cittadini e le forze della società civile.

CONNECTING EUROPE

Il 2021 è l’anno europeo delle Ferrovie. Per questo, il Connecting Europe Express è giunto a Roma durante un tour iniziato il 2 settembre da Lisbona e che si concluderà il 7 ottobre a Parigi dopo aver toccato 26 Paesi e oltre 100 città e attraversato 33 valichi di frontiera. Durante l’evento di festa dell’arrivo del treno alla stazione Ostiense ho spiegato che l’obiettivo è avere un’Europa sempre più unita, connessa e sostenibile. E in tale processo l’Italia gioca ruolo fondamentale. Il concetto di Europa unita, non si riferisce solo all’integrazione politica ma passa attraverso la connettività e la connessione tra i singoli punti che la compongono. Oggi dobbiamo ripensare le modalità di trasporto ragionando su una sostenibilità che ci consente, da un lato, di raggiungere gli obiettivi che abbiamo voluto stabilire a Parigi – e quindi trasformare in realtà la legge del clima europea – e dall’altro lato anche consentire all’utente di avere un servizio a 360 gradi.

Il treno può, infatti, diventare anche un punto di incontro e di socialità e non solamente uno strumento che ci consente di spostarsi da un luogo ad un altro. Come Parlamento europeo abbiamo voluto testimoniare ciò andando a consacrare il 2021 come Anno Europeo delle Ferrovie, ricordando che quel 25% di emissioni generate dal trasporto ferroviario pesano soltanto per lo 0,4%. Questo testimonia la grandissima e intrinseca sostenibilità del trasporto ferroviario e la sua capacità di essere capillare. Gli investimenti devono, quindi, andare a incrementare sia l’Alta velocità tra le grandi capitali europee, sia la rete locale e regionale. Puntiamo ad avere anche un grande salto di paradigma dal punto di vista tecnologico: pensiamo, ad esempio, all’idrogeno che ci potrà consentire di percorrere tratte con pendenze e condizioni olografiche molto particolari diventando l’emblema di questo grande percorso che il Green Deal vuole ottenere trasformando entro il 2050 l’Europa in un Continente a impatto zero sul clima.

IL MIO TOUR SUL TERRITORIO

Tra Toscana, Marche, Lazio e Umbria mi sono dedicato ai territori a me tanto cari. Durante le settimane che precedono le elezioni del 3 e 4 ottobre, insieme con Giuseppe Conte ho avuto modo di vedere molte piazze piene e colorate e di conoscere da vicino l’affetto e il calore della gente. È stato bello vivere questi momenti di incontro dopo mesi difficili. L’atmosfera di grande entusiasmo che abbiamo trovato ci ha fatto comprendere l’immensa voglia di partecipazione che c’è sia nei piccoli che nei grandi comuni. Ogni comune ha una sua unicità e merita di essere valorizzato nelle sue peculiarità, a partire dai borghi fino ad arrivare alle eccellenze produttive che da ogni territorio contribuiscono a creare il grande marchio del Made in Italy.

Il confronto con tutte queste realtà è ciò da cui si parte per fare politica, e questo tour è un’occasione preziosa per rimanere in contatto con le esigenze delle persone, cercando di dare sempre risposte concrete ai bisogni della vita di tutti i giorni a livello locale e non solo.

Il Movimento 5 Stelle, nato nelle piazze e sui territori, deve continuare ad essere il principale interprete di questo entusiasmo e soprattutto deve farsi garante del sostegno istituzionale alle amministrazioni che si troveranno a dover gestire i fondi europei del Pnrr, fondi che grazie alla tenacia di Giuseppe Conte oggi ci prepariamo a investire.

La sfida è di portata storica, ma mettendo al servizio della collettività tutte le energie a disposizione e offrendo supporto ai territori, sapremo cogliere al meglio questa straordinaria opportunità di rilancio del nostro Paese.

Pagina a cura di Monica Savatteri