sabato 23 settembre 2023

La mia missione in Libano

13

Feb 2023

Sono state settimane intense, che mi hanno visto in prima linea nella lunga e impegnativa campagna elettorale regionale, che come sempre ho cercato di portare avanti nei territori con tutti i nostri candidati consiglieri e attivisti.
Dopo aver provato a ricaricare le batterie un paio di giorni sono già ripartito: ora sono appena arrivato a Beirut, in Libano, dove rimarrò fino a venerdì mattina, per una importante missione che da tempo volevo compiere nello splendido Paese dei cedri.

Perché recarmi proprio in Libano? Perché il Libano è un incredibile esempio di convivenza tra religioni diverse (cristiani maroniti, musulmani sunniti e sciiti, drusi…) ma soprattutto un Paese dalla straordinaria generosità: attualmente ospita sin dall’inizio della guerra in Siria ben 1.5 milioni di rifugiati (900.000 quelli ufficialmente registrati) su una popolazione libanese di soli 4.8 milioni di abitanti.
A loro si aggiungono i 12 campi di profughi palestinesi, ormai presenti da svariati decenni, con oltre 300.000 rifugiati ufficialmente registrati presso l’UNRWA, a cui si sommano inoltre gli altri rifugiati palestinesi fuggiti dalla Siria stessa, per un totale che sicuramente supera di gran lunga le cifre ufficiali, in condizioni abitative di sovraffollamento, povertà, disoccupazione e igieniche peraltro molto difficili.
Questi dati incredibili rendono il Libano lo Stato con il più alto numero di rifugiati al mondo pro capite. Pensate che le punte durante la crisi siriana hanno toccato per diversi anni l’equivalente di oltre la metà della popolazione libanese: un esempio di solidarietà che dovrebbe far impallidire di vergogna molti altri paesi mediorientali, a partire dai Paesi nel golfo, che spesso sono stati ben inclini a sponsorizzare frange estremiste jihadiste senza però mostrare forme concrete di solidarietà per le popolazioni civili coinvolte.

E tutto questo enorme sforzo è avvenuto nonostante i difficili rapporti con i Paesi vicini e la drammatica situazione economica e sociale che il Paese sta attraversando negli ultimi anni: la terribile esplosione nel porto della capitale Beirut che lo ha praticamente distrutto, il prezzo del grano e del pane che l’anno scorso è quadruplicato rispetto all’anno precedente, la svalutazione della moneta nazionale di oltre il 90% negli ultimi tre anni a causa di una delle peggiori crisi finanziarie della storia moderna, che ha portato il Paese al default. Più di tre quarti della popolazione libanese vive oggi al di sotto della soglia di povertà.

I nostri amici libanesi, che spiccano da sempre per cultura, creatività e innovazione non possono e non devono essere lasciati soli: hanno bisogno di tutta l’attenzione e il sostegno italiano ed europeo possibile.

Per questo mi sto recando in prima persona sul terreno, e durante il corso di questa visita mi confronterò con diversi ministri e autorità libanesi, con la delegazione dell’UE e l’Ambasciata italiana per acquisire da loro dati, elementi e idee sulla strada da seguire per rafforzare la nostra cooperazione e per fornire un sostegno sostanziale al Libano, assicurando così un futuro migliore al suo straordinario popolo e un più solido rapporto con l’Unione da cui tutti possano trarre beneficio.

Con la mia visita voglio riaffermare, ancora una volta, la massima solidarietà e il sostegno dell’UE, così come quello dell’Italia, al Libano, un Paese che ho nel cuore e di cui apprezzo profondamente tutti gli sforzi che ha compiuto in questi anni. Dalla crescita economica e sociale e dalla stabilità del Libano dipendono anche quelle del Mediteranneo allegato e quindi le nostre, non dimentichiamolo!

Vi terrò aggiornati sul mio lavoro e sui miei incontri, e come sempre grazie anticipatamente per i vostri consigli, per i vostri incoraggiamenti e per il vostro costante supporto!