Non c’è niente che si possa fare senza tenere conto della volontà popolare, nemmeno la politica estera di un Paese. Questo è l’insegnamento che voglio trarre dal referendum nei Paesi Bassi, in cui i cittadini olandesi hanno detto no all’accordo Ue-Ucraina. Il quorum è stato superato di un soffio, è vero. Ma mi piace il fatto che il primo ministro Mark Rutte abbia detto: “Se più del 30% degli aventi diritto è andato a votare, la ratifica del trattato non può avvenire senza discussione”.
Mi viene subito da pensare: ecco un governo che rispetta la volontà popolare, anche se scomoda (Rutte non si è certo speso per il No al trattato). E poi una riflessione più generale: quando i governi, le élites, i burocrati vogliono imporre priorità internazionali con arroganza, la gente se ne accorge. E dice no.
Restiamo all’Ucraina: siamo davvero sicuri che l’accordo commerciale con Kiev rappresenti una priorità per i Paesi dell’Unione e soprattutto i suoi popoli? O piuttosto non risponde ad interessi delle grandi potenze – gli Usa che vogliono infastidire la Russia?
Ecco cosa mi piace della lezione olandese: il potere di decidere dove va l’Europa deve tornare alle persone.