Durante la plenaria di Strasburgo, a maggio, sono intervenuto sul G7 per denunciare gli errori commessi dal Governo italiano. Basti pensare che il tema di questa presidenza del G7 italiana è stato quello di costruire le basi di una fiducia rinnovata. A giudicare dai leader che sono intervenuti, dovremmo dire che prima di chiedere di rinnovarla, avrebbero dovuto dimostrare quanto meno di meritarla, una fiducia. Il programma di lavoro della Presidenza poggiava su tre pilastri: il cambiamento climatico, la sostenibilità economica e sociale e la riduzione delle diseguaglianze, l’innovazione verso la rivoluzione della produzione.
In riferimento al primo pilastro, l’Italia ha purtroppo un triste primato in Europa: quello del maggior numero di morti per inquinamento dell’aria. Ben 84.000 nel 2012. Senza dimenticare che sul nostro territorio vi sono siti a dir poco catastrofici come Taranto e Civitavecchia. Riguardo il secondo pilastro, va evidenziato che se la strada da seguire per la sostenibilità economica e sociale e la riduzione delle diseguaglianze è quella del libero commercio selvaggio allora siamo completamente fuori strada. È sotto gli occhi di tutti, infatti, che le disuguaglianze crescono, mentre la transizione energetica e la lotta all’evasione fiscale restano ancora solo un lontano miraggio. Infine, l’innovazione verso la rivoluzione della produzione. L’Italia, purtroppo, ad oggi risulta l’ultimo paese europeo del G7 per investimenti nel settore. Insomma, il governo italiano del premier Gentiloni più che sparare slogan avrebbe dovuto dimostrare di avere le competenze e la volontà di dare l’esempio, facendo i compiti a casa. Così si guadagnano fiducia e credibilità, anche per non lasciare l’intera Unione in mano alla Francia e alla Germania. Il G7 è stato, quindi, un’ennesima passerella costosa ed inutile.
Possiamo parlare solo ed esclusivamente di fallimenti, a partire dalla dichiarazione congiunta sul clima, affossata da Trump, e non certo di obiettivi raggiunti. Per la presidenza italiana davvero un “triste” risultato.