A 14 anni dalla sua entrata in vigore, l’Unione Europea sta per rinnovare l’accordo di associazione con il Cile: un paese amico con il quale condividiamo da sempre profonde radici culturali, e nostro partner commerciale di più lunga durata in America latina.
Oggi rinnovare quest’accordo significa rafforzare il ruolo dell’Europa come partner chiave per l’America Latina, in un momento in cui la leadership globale degli Stati Uniti diventa sempre più incerta e altri paesi, come la Cina, stanno ottenendo sempre più influenza nella regione.
Ma la cooperazione con questo paese è possibile solo se vengono salvaguardati due punti fondamentali: i diritti umani e la protezione delle popolazioni indigene.
L’Europa deve incoraggiare il Cile a risolvere la questione dei Mapuche, il «popolo della terra», l’unica etnia nativa del Sud America straordinariamente sopravvissuta alla colonizzazione europea. A questo popolo dal 1867 sono state strappate le loro terre ancestrali, arbitrariamente occupate dal governo cileno per fare posto a allevamenti di bovini da macello e ovini che producono lana da importare in Europa. Per non parlare degli arresti arbitrari di attivisti sulla base di una legislazione anti-terroristica risalente all’epoca di Pinochet.
I Mapuche hanno già perso la loro terra. Non lasciamo che gli venga sottratta la loro stessa libertà.