La strada verso l’approvazione del report sul Corno d’Africa, del quale sono relatore, si fa sempre più corta. Con l’approvazione, a larga maggioranza, in commissione Affari Esteri del Parlamento Europeo, infatti, ci avviciniamo all’ok definitivo che avverrà, in ottobre, durante la seduta della plenaria a Strasburgo. L’apprezzamento che ho riscontrato durante la votazione della ‘Raccomandazione al Consiglio, alla Commissione e alla Commissione Vice Presidente/Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza sul Corno d’Africa’ è dovuto, principalmente, allo spirito molto cooperativo adottato da tutti i colleghi che hanno servito come relatori ombra e con i quali sono stato impegnato in scambi molto produttivi durante tutte le fasi del percorso. Grazie a ciò, abbiamo raggiunto quello che definirei un testo equilibrato che può avere un impatto molto positivo sul futuro delle relazioni dell’UE con il Corno d’Africa, ma anche sulle relazioni UE-Africa in generale.
La Raccomandazione, in linea con lo scenario internazionale, inizia con alcune riflessioni sugli impatti immediati e di lungo periodo sul Corno d’Africa della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, fornendo linee guida sulle azioni che saranno necessarie da parte dell’UE per contrastare questi effetti negativi, dalla necessità di una sicurezza alimentare messa a rischio al pericolo costante di esposizione alla propaganda russa e alle campagne di disinformazione.
Più in generale, nel documento invitiamo l’Ue, con una prima raccomandazione, ad allontanarsi dall’approccio paternalistico che ha talvolta contraddistinto il nostro impegno verso la regione e che è stato deplorato da alcuni Paesi, adottandone uno più egualitario e reciprocamente vantaggioso, soprattutto pensando alle singole realtà regionali e locali.
La seconda raccomandazione principale chiede all’Unione di porre le popolazioni locali al centro dei suoi interessi, con l’obiettivo di migliorare in modo coerente e tangibile le loro condizioni di vita invece di concentrarsi principalmente su grandi progetti e macro-temi. Seguendo i principi guida, la Raccomandazione affronta le aree tematiche più importanti per la regione con capitoli dedicati, il primo dei quali riguarda la pace e la sicurezza. Qui, l’attenzione principale è sull’ancora instabile situazione securitaria nella regione, nonché sull’importanza per l’UE di svolgere un ruolo positivo nell’affrontare le cause profonde dei conflitti e delle crisi in corso sia attraverso un coinvolgimento diretto, come nel caso delle operazioni in corso in Somalia e nel dominio marittimo – e le attività di risoluzione dei conflitti e mediazione – in particolare nel processo di riconciliazione in Etiopia e il supporto al lavoro del Rappresentante Speciale dell’Unione Africana per i negoziati sulla Grande Diga del Rinascimento etiope.
Il secondo capitolo riguarda la democrazia, i diritti umani e lo stato di diritto e chiede un sostegno completo dell’UE per l’inclusione di tutte le comunità presenti nei singoli paesi, per la creazione di uno spettro politico partecipativo, aperto ed equo, nonché per azioni concrete di contrasto a pratiche aberranti come le Mutilazioni Genitali Femminili.
C’è poi un altro tassello essenziale, sul quale l’Unione può svolgere un ruolo sostanziale che è quello di una crescita economica sostenibile e inclusiva. Su questo punto, la raccomandazione si concentra sulle sfide economiche e sociali che la regione sta affrontando, tenendo conto delle carenze strutturali, degli impatti negativi dei cambiamenti climatici, delle conseguenze globali a lungo termine della pandemia di Covid-19 e delle nuove sfide poste dalla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina. Per quanto riguarda l’approccio dell’UE, abbiamo insistito sulla necessità primaria di sostenere iniziative di proprietà locale con l’obiettivo di stimolare le economie reali, nonché di dare priorità agli investimenti e alla condivisione di competenze tecniche in iniziative sostenibili e verdi.
Il quarto capitolo riguarda la migrazione e mira a garantire i diritti dei migranti, degli sfollati e dei rifugiati, anche quelli ancora locati nelle zone di conflitto. Pertanto, ci sono richieste dirette agli organismi dell’UE di aumentare l’assistenza immediata e il sostegno a lungo termine ai paesi che ospitano i rifugiati e di intraprendere azioni immediate per contrastare il traffico di esseri umani e altre attività criminali che potrebbero sfruttare le vulnerabilità dei migranti.
Il seguente argomento, l’integrazione regionale, svolge in qualche modo un ruolo generale ed è principalmente incentrato sulla necessità che l’UE adotti il cosiddetto “Approccio Europa – Team Europe” lavorando insieme a un’ampia gamma di partner, tra cui l’Unione africana e le sue componenti regionali, le Nazioni Unite, i singoli paesi e il settore privato nei loro sforzi per lanciare e sostenere iniziative di proprietà africana. Allo stesso tempo, abbiamo sottolineato la necessità primaria di sostenere l’iniziativa per il Corno d’Africa, di cui l’UE è un partner chiave in tutti gli sforzi volti a rafforzare la connettività e sbloccare le opportunità nella regione, creare posti di lavoro, mitigare i rischi emergenti, rafforzare la resilienza, aprendo così la strada a migliori relazioni di vicinato.
Nell’ultimo capitolo che interessa l’intera regione, l’accento è stato posto sulla crescente e sfaccettata influenza di quegli terzi attori che non condividono gli interessi e i valori dell’Unione, che spesso operano nella regione con l’obiettivo di minare il ruolo dell’UE come un partner strategico, portando avanti le loro agende unilaterali. Oltre a riconoscere le implicazioni negative che ciò avrebbe sull’Unione e i suoi interessi politici, commerciali e di sicurezza, e al di là di sostenere campagne di comunicazione strategica volte a spiegare meglio il coinvolgimento dell’UE e i valori aggiunti che ne derivano, la raccomandazione sostiene la promozione del sostegno olistico dell’UE alla regione, promuovendo la cooperazione economica e la prevenzione dei conflitti, anche come modo per contrastare l’esacerbazione della frammentazione e dell’escalation geopolitica da parte di terzi attori.
Infine, siccome il Corno d’Africa è una regione molto variegata in cui i singoli paesi si trovano ad affrontare situazioni a volte diverse, in seguito a questi capitoli regionali, la Raccomandazione presenta otto paragrafi specifici per ciascuno dei paesi della regione, i quali tengono conto delle complessità e diversità delle sfide affrontate da tutti i singoli paesi, specificando ulteriormente l’orientamento generale e le azioni concrete che l’UE dovrà mettere in campo.