Citando uno scrittore della mia terra, Flaiano, direi che in Repubblica Democratica del Congo la situazione continua ad essere molto grave ma tutt’altro che seria: basti pensare all’escamotage ignobile con cui l’attuale presidente voleva cercare di rinviare le elezioni.
Purtroppo in molti paesi, ex colonie dei nostri stati membri, l’esempio di decenni di colonizzazione ha portato la classe dirigente a credere che la democrazia sia dittatura della maggioranza, vera o presunta che sia, e non massima tutela dei diritti dell’opposizione. E così il presidente Kabila tenta di fare del paese una sua proprietà personale, come fece in passato il re del Belgio.
E’ ora che da parte nostra ci sia coerenza, si dica basta e si imponga alle nostre imprese di rinunciare per sempre alle materie prime che sono sporche di sangue.
Ce lo ha chiesto questo anno un grande uomo, il nostro premio Sakharov, il dottor Mukwege, e noi dobbiamo trasformare le sue parole nelle nostre azioni. Altrimenti il premio di cui l’abbiamo giustamente insignito diventerà semplicemente il premio alla nostra ipocrisia.