La Colombia non è un Paese che vive ‘in modalità guerra’ bensì un Paese che deve essere accompagnato e aiutato a percorrere la strada della ricostruzione iniziata con l’accordo di pace firmato nel novembre del 2016. Il Parlamento europeo si è preso la responsabilità di sostenere, in primis, l’accordo stesso e tutti gli sforzi del popolo colombiano, a partire dal supporto nel fornire tutto quanto è necessario perché vengano messe in pratica le raccomandazioni contenute nel rapporto stilato dalla Commissione per il Chiarimento della Verità, della Coesistenza e della Non-Ripetizione in Colombia, e reso noto il 28 giugno scorso.
Per ribadire tale impegno ho avuto il piacere e l’onore di ospitare, al Parlamento europeo, i commissari Carlos Beristain e Alejandro Valencia che hanno esposto e commentato i principali risultati e raccomandazioni contenuti nel documento. La creazione di istituzioni che tengano il passo con le raccomandazioni stesse e dichiarazioni etiche rivolte al popolo colombiano affinché il dissenso non venga espresso con la violenza è la prima richiesta contenuta nel rapporto, un pietra miliare che ne permea il contenuto. Un concetto, imprescindibile, che dovrà accompagnare tutto il percorso di cambiamento della società dopo oltre mezzo secolo di guerra civile. In secondo luogo, il rapporto contiene raccomandazioni dettagliate e specifiche per tutti i settori della società, che vanno da premesse generiche come la piena attuazione dell’accordo di pace, la fine dell’impunità e il “superamento del razzismo strutturale, del colonialismo e dell’esclusione”, ad altre più concrete come la definizione di una nuova visione della sicurezza. Come europarlamentare, come politico e come uomo credo fermamente nei principi cardine su cui si fondano le raccomandazioni della Commissione e, cioè, che la via per una pace duratura risieda principalmente nella costruzione di iniziative di dialogo su base sociale per superare le ragioni politiche, economiche e sociali della violenza strutturale che tanto ha colpito il Paese dalla metà del XX secolo a oggi.
In un momento storico in cui un’altra guerra ingiusta e ingiustificata ci tiene col fiato sospeso credo che il modello di riconciliazione e le soluzioni raggiunte dalla Commissione potrebbero essere replicate in modo soddisfacente in altri scenari, anche in Europa, come proprio in Ucraina, ma anche nei Balcani occidentali, il Caucaso, l’Armenia e l’Azerbaigian, e persino in Nord Africa in conflitti come quello libico.