sabato 25 marzo 2023

“Bridging the gap between youth policy, youth participation and parliamentarians in the Western Balkans” a Skopje

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Ott 2018

Giovedì 20 e venerdì 21 settembre 2018 ho avuto il piacere di co-presiedere questo evento svoltosi questa volta a Skopje, in Macedonia. Insieme ad altri giovani leader della regione siamo riusciti a far diventare realtà quello che fino a poco tempo fa era solo un piccolo sogno.

Un risultato frutto del lavoro intenso con i giovani parlamentari e le associazioni della società civile dei 6 paesi dei Balcani occidentali. Un sogno diventato realtà in un momento davvero particolare, alla vigilia di un importantissimo referendum che in futuro potrebbe contribuire concretamente a porre fine all’annosa diatriba tra Atene e Skopje.

Abbiamo avuto modo di dibattere su diversi temi strettamente connessi tra di loro, come la disoccupazione giovanile, la fuga dei cervelli, la corruzione, il clientelismo, e l’importanza della riconciliazione. Quest’ultima è una tematica fondamentale per poter andare avanti e guardare insieme al futuro, percorrendo uno stesso cammino europeo.

È importante capire che alcuni di questi problemi non sono esclusivamente legati ai paesi dei Balcani occidentali, ma rappresentano una sfida globale, da affrontare quindi come tale. La disoccupazione, soprattutto quella giovanile, l’occupazione informale, i sistemi educativi ancora obsoleti, le difficoltà burocratiche e i pregiudizi intra-regionali incoraggiano quotidianamente l’emigrazione di massa dei giovani, nonché la fuga dei cervelli. Un fenomeno quest’ultimo che, oltre ad avere delle conseguenze negative sulla formazione del capitale giovanile, cruciale per il processo d’integrazione europea, riduce la competitività e la crescita, ritardando la convergenza economica dei paesi della regione. Ma non solo. Questi problemi sono anche le principali cause dell’apatia politica di molti giovani nella regione, della loro scarsa affluenza al voto quando serve e della loro sfiducia nei confronti delle istituzioni. Un crescente senso di frustrazione, che sta sempre più prendendo piede anche nei nostri Paesi.

Per far fronte a queste sfide comuni è necessario mettere in campo delle iniziative concrete e quanto più inclusive possibili, sfruttando il dinamismo dei giovani nella regione, sia in termini di partecipazione politica che di contributo all’innovazione e all’imprenditorialità. In questo senso il nostro ruolo, in quanto giovani rappresentanti dei cittadini, è proprio quello di trovare nuove soluzioni per risolvere problematiche legate alle questioni giovanili, dialogando tra di noi proprio come abbiamo fatto a Skopje e, l’anno scorso, a Bruxelles.

Abbiamo anche riflettuto sulla necessità di lanciare un nuovo movimento di cui i giovani siano i veri protagonisti, in modo che i Balcani non siano più un’“isola” fuori dall’Unione Europea ma il cuore pulsante dell’Europa. Momenti come questi trascorsi a Skopje sono preziosi perché ci permettono non solo di immaginare insieme le idee e le politiche che vorremmo realizzare, ma anche di costruire quella fiducia necessaria a lavorare verso un comune obiettivo.

Tutta la regione sta vivendo una nuova fase storica. È importante quindi cogliere l’attimo e catalizzare questo nuovo impeto, puntando con convinzione a favorire la partecipazione politica e civica, soprattutto dei giovani, la mobilità universitaria e nella formazione, la cooperazione transfrontaliera, la digitalizzazione e la crescita dei nuovi mestieri creativi.

La sfida è ambiziosa e complessa. Ma l’immobilismo e lo status quo come alternativa rappresentano dei rischi ben maggiori. Ora più che mai, soprattutto dopo l’esito dello storico referendum sul cambio di nome della FYROM, è fondamentale continuare a lavorare per il nostro futuro europeo. Perché le sfide del Mediterraneo sono comuni: dobbiamo e possiamo vincerle solo INSIEME!