Ecco il mio intervento in merito a Strasburgo:
Signor Presidente, onorevoli colleghi, è la seconda volta oggi che parliamo di sport, purtroppo per deprecare la violazione proprio di quei di quei valori che dovrebbe difendere. I primi giochi europei li facciamo proprio a Baku: chi ben comincia è a metà dell’opera. I soldi, di certo, da quelle parti non mancano: 6 400 atleti, 20 discipline sportive, 18 strutture; chissà, se tra queste discipline, ci sarà anche il lancio del barile di petrolio o i mille metri cubi di gas. Perché mi sa che sono le uniche che interessano a molti e a troppi in questo Parlamento e anche fuori.
Peccato che tanti, invece, si dimenticano che l’Azerbaijan ha anche aderito alla CEDU, ma non rispetta minimamente le disposizioni di quella convenzione. Peccato che si siano dimenticati anche di Rasul Jafarov, che si siano dimenticati di Giorgi Gogia, lasciato all’aeroporto senza che potesse neanche entrare, lasciando quindi fuori Human Rights Watch. Peccato che tanti altri si dimenticano anche di Leyla Yunus, che nell’aprile 2014, è stata arrestata e detenuta in condizioni assolutamente incompatibili con la gravissima patologia, il diabete di cui soffre, tra l’altro finalista del premio Sakharov.
Elezioni non democratiche, giornalisti arrestati, torture e chi più ne ha più ne metta. Lo sport e i diritti umani, cari colleghi, io penso che non si possono svendere per 2 barili di petrolio, né tantomeno per 4 metri cubi di gas. L’Europa non ha fatto nulla, o meglio non ha fatto assolutamente abbastanza per pretendere dall’Azerbaijan una reazione e poi per permettergli quindi di fare poi questi giochi in modo serio. Se oggi noi stiamo zitti alimentiamo l’idea di impunità, alimentiamo nella loro convinzione il fatto che tanto la nostra dignità, i nostri valori si possono comprare tanto al chilo.
“Lo sport ha il potere di cambiare il mondo, di unire la gente, parla una lingua che tutti capiscono. Lo sport può creare la speranza laddove prima c’era solo disperazione”, Nelson Mandela.